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Cronaca
10 Novembre 2025 - 21:22
Discarica abusiva e rifiuti senza analisi, doppio sequestro nel Novarese (foto di repertorio)
I Carabinieri forestali di Gozzano, con il supporto dei nuclei di Oleggio, Carpignano Sesia e Novara, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Novara nei confronti di un impianto di trattamento di rifiuti inerti a Suno e di un terreno situato a Barengo, utilizzato come discarica.
Le operazioni, coordinate dalla Procura di Novara, hanno incluso perquisizioni nell’impianto e nella sede legale della ditta a Borgomanero, con l’acquisizione di documenti contabili e tecnici.
Parallelamente, i militari hanno raccolto ulteriori dati dagli enti amministrativi competenti in materia ambientale e urbanistica.
L’inchiesta è nata da un controllo su strada di un carico di rifiuti inerti, effettuato nei mesi scorsi.
Da quel controllo, spiegano fonti investigative, sono emerse anomalie nei documenti di trasporto, tali da spingere i Carabinieri forestali ad approfondire la provenienza del materiale.
Gli accertamenti successivi hanno condotto gli investigatori all’impianto di Suno, dove sarebbero emerse irregolarità nella gestione dei rifiuti e nel rispetto delle procedure di analisi obbligatorie.
L’impianto, autorizzato a ricevere terre, rocce da scavo e macerie da demolizione non pericolose, era destinato a produrre aggregati riciclati per l’edilizia.
Tuttavia, secondo le prime risultanze, negli ultimi anni avrebbe trattato oltre 10.000 tonnellate di materiale senza le verifiche di laboratorio necessarie a certificarne la non pericolosità.
In assenza di tali analisi, i rifiuti non avrebbero potuto essere declassificati a materiale riciclato, mantenendo dunque lo status di rifiuto e comportando potenziali rischi ambientali legati allo stoccaggio e al riutilizzo in edilizia.
Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche un terreno agricolo nel comune di Barengo, dove sarebbero stati depositati ingenti quantitativi di materiale proveniente dall’impianto di Suno.
La ditta avrebbe giustificato il conferimento come intervento di ripristino ambientale, ma gli investigatori sospettano che si trattasse in realtà di una forma irregolare di smaltimento di materiale in eccesso.
Il sito, ora sottoposto a vincolo giudiziario, sarà oggetto nei prossimi giorni di campionamenti e analisi tecniche per determinare la composizione e la pericolosità dei rifiuti presenti.
Le indagini, ancora in corso, puntano a ricostruire la catena di gestione dei materiali e a verificare eventuali responsabilità di altri soggetti coinvolti nelle fasi di trasporto, conferimento e trattamento.
Secondo le ipotesi investigative, la mancanza delle analisi obbligatorie avrebbe permesso all’impianto di ridurre i costi di gestione e accelerare le operazioni di lavorazione, con possibili conseguenze sull’ambiente e sulla salute pubblica.
Gli accertamenti ambientali saranno condotti in collaborazione con l’Arpa Piemonte e con i tecnici della Città Metropolitana di Torino, al fine di valutare la presenza di sostanze contaminanti e l’eventuale compromissione del suolo e delle acque superficiali.
La Procura di Novara mantiene il massimo riserbo sull’identità dei titolari dell’impianto e sui capi di imputazione ipotizzati, ma conferma che le ipotesi di reato spaziano dalla gestione illecita di rifiuti al traffico di materiali non tracciati.
L’operazione rientra in una più ampia attività di controllo del ciclo dei rifiuti avviata nel Novarese e nel Vercellese.
Negli ultimi mesi, i Carabinieri forestali del Piemonte hanno intensificato le verifiche sugli impianti di trattamento e sui movimenti dei rifiuti inerti, uno dei comparti più esposti a pratiche elusive e smaltimenti irregolari.
Un settore che, spiegano gli inquirenti, muove volumi importanti e margini economici elevati, e per questo è soggetto a particolari attenzioni investigative.
Nei prossimi giorni si attendono i risultati delle prime analisi tecniche e le decisioni della Procura sul prosieguo dell’inchiesta.
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