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Cronaca
11 Novembre 2025 - 10:31
Assalto esplosivo nel novarese: salta il bancomat del Banco BPM
Un boato nella notte, poi il silenzio e i vetri in frantumi. A Cressa, piccolo comune del Novarese, un nuovo assalto con esplosivo ha devastato lo sportello bancomat del Banco BPM di via Novara. È accaduto nelle prime ore di martedì 11 novembre, quando una banda, arrivata a bordo di un’Audi A3 nera, ha fatto saltare l’ATM con la cosiddetta tecnica della “marmotta”, riuscendo a portare via circa 10mila euro. Non tutto il denaro è stato raccolto: parte delle banconote è rimasta sparsa a terra, segno di una fuga precipitosa. È il terzo episodio dall’inizio dell’anno nella provincia di Novara, una sequenza che lascia intendere un fenomeno criminale ormai sistematico.
Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi hanno agito con rapidità e precisione. Hanno inserito un ordigno artigianale nello sportello, probabilmente collegato a una miccia o a un sistema a gas, e l’hanno innescato per far esplodere la cassa automatica. La deflagrazione ha distrutto il frontale dell’ATM e danneggiato parte della struttura che lo ospitava. L’intera operazione è durata pochi minuti: il tempo di raccogliere il denaro possibile, risalire sull’auto e scomparire nella notte. L’Audi A3 è stata vista allontanarsi a grande velocità verso la provinciale, in direzione Borgomanero.
L’allarme è scattato immediatamente, ma all’arrivo dei Carabinieri della Compagnia di Arona, la banda si era già dileguata. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri per escludere la presenza di residui pericolosi. Le immagini delle telecamere di sorveglianza della filiale e di altri esercizi vicini sono ora al vaglio degli investigatori. I militari hanno istituito posti di blocco in tutta la zona, ma al momento non sono stati individuati né i responsabili né il veicolo utilizzato. Le indagini si concentrano sulle modalità operative e su possibili collegamenti con i colpi messi a segno nei mesi scorsi nel territorio novarese.
La filiale del Banco BPM non è nuova a episodi simili. Già nel 2019 era stata presa di mira con lo stesso sistema esplosivo, e almeno un altro precedente risale agli anni precedenti. Una vulnerabilità che si conferma anche questa volta, a dispetto delle misure di sicurezza introdotte dopo i colpi passati. La tecnica utilizzata, quella della “marmotta”, è tristemente nota alle forze dell’ordine: consiste nell’introdurre una sottile lastra metallica contenente esplosivo nella fessura del bancomat, poi nel far detonare il dispositivo per scardinare la cassaforte interna. È un metodo rapido e devastante, che consente di aprire lo sportello in pochi secondi ma espone a rischi elevatissimi chi lo esegue e chi abita nelle vicinanze.
Negli ultimi anni, questa tecnica si è diffusa soprattutto nel Nord Italia, con bande specializzate in colpi notturni su piccoli centri, dove la presenza di presidi di sicurezza è più debole e i tempi di intervento delle forze dell’ordine più lunghi. Gli assalti sono spesso eseguiti da gruppi itineranti, capaci di spostarsi rapidamente tra province e regioni, sfruttando auto potenti e rubate, abbandonate poi nei campi o incendiate per cancellare le tracce.

Il caso di Cressa si aggiunge a una scia che inquieta il territorio novarese. Ad aprile, un colpo analogo aveva colpito una banca a Cerano, e a settembre un altro a Trecate. In entrambi i casi, la dinamica era pressoché identica: esplosione nella notte, fuga in auto, bottino compreso tra 8 e 15mila euro. Gli investigatori ritengono plausibile che possa trattarsi dello stesso gruppo, o comunque di bande che adottano modalità operative simili e che potrebbero avere appoggi locali per la logistica.
I danni, come sempre in questi casi, vanno ben oltre il denaro sottratto. Le deflagrazioni causano lesioni strutturali agli edifici, mettono in pericolo i residenti e provocano un diffuso senso di insicurezza nelle comunità. L’assalto di Cressa, avvenuto in una via residenziale, ha svegliato numerose famiglie. Alcuni testimoni riferiscono di aver udito “un forte botto” e di aver visto “un’auto scura allontanarsi a tutta velocità”. L’esplosione ha mandato in frantumi alcune finestre e danneggiato i portici adiacenti.
Le indagini proseguono, ma la sensazione è che le bande abbiano ormai imparato a colpire in modo chirurgico, scegliendo obiettivi in cui i rischi di essere intercettati sono minimi. Gli investigatori ipotizzano che dietro a questi episodi ci sia una rete organizzata, capace di pianificare gli spostamenti e di sfruttare la frammentazione territoriale per agire in modo quasi impunito. Le forze dell’ordine stanno incrociando le immagini delle videocamere di diversi comuni per ricostruire la rotta di fuga dell’Audi, che potrebbe essere transitata anche in direzione Biella o Vercelli.
Il fenomeno dei furti con esplosivo ai bancomat è tornato a crescere dopo una breve flessione durante la pandemia. L’Osservatorio sulla criminalità predatoria segnala che nel 2024 in Italia si sono registrati oltre 400 episodi, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Le regioni più colpite restano Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Le banche, da parte loro, stanno correndo ai ripari con sportelli anti-esplosione e sistemi di neutralizzazione automatica delle banconote, ma l’efficacia di queste tecnologie resta limitata se non accompagnata da un coordinamento investigativo più capillare e dalla videosorveglianza integrata tra enti e forze dell’ordine.
Il colpo di Cressa, pur senza feriti, lascia dietro di sé una scia di paura e interrogativi. Perché, nonostante le denunce e gli interventi, gli assalti continuano a ripetersi, anche contro le stesse filiali? Gli esperti parlano di un problema strutturale: la fragilità dei piccoli comuni, dove spesso i bancomat restano gli unici presidi finanziari e dove la chiusura delle agenzie tradizionali ha ridotto ulteriormente la sicurezza. “Questi colpi — spiegano fonti investigative — non mirano solo al denaro, ma sfruttano la debolezza logistica di territori meno presidiati. E questo rende più difficile l’azione di prevenzione”.
La pressione investigativa resta alta. L’Arma dei Carabinieri, che coordina le indagini con il supporto del Nucleo investigativo di Novara, punta a individuare non solo i responsabili materiali ma anche eventuali fiancheggiatori, come basisti o fornitori di esplosivo. Gli inquirenti non escludono che la banda possa essere la stessa coinvolta in colpi in Lombardia e nel Vercellese, dove nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi.
Intanto, la comunità di Cressa si ritrova a fare i conti con l’ennesima notte di paura. Nella filiale, le pareti annerite e la vetrata divelta raccontano la violenza dell’esplosione. Le forze dell’ordine hanno transennato l’area per consentire i rilievi e le operazioni di messa in sicurezza. I tecnici del Banco BPM dovranno ora valutare i danni e decidere se ripristinare lo sportello o rimuoverlo definitivamente.
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