AGGIORNAMENTI
Cerca
Calcio
10 Novembre 2025 - 10:28
Conte-Napoli: amore al capolinea?
C’è una crepa profonda, e non riguarda soltanto il gioco. Il Napoli di Antonio Conte sembra essersi fermato, svuotato, come se avesse perso il filo della propria identità. La sconfitta di Bologna – 2-0, firmata da Dallinga e Lucumì – è molto più di un incidente di percorso: è una resa tecnica, psicologica, e forse anche emotiva. In campo si è vista una squadra senza anima, fuori giri, mai davvero in partita. E nel dopo gara, la tensione è esplosa.
«Sono preoccupato. È cambiata l’energia. I ragazzi sanno benissimo cosa penso», ha detto Conte davanti alle telecamere, il volto tirato e la voce tagliente. «Loro avevano più entusiasmo, più voglia. Noi abbiamo fatto il compitino, poi ci siamo sciolti. È la quinta sconfitta dall’inizio dell’anno: ci deve far riflettere. Dobbiamo chiederci se stiamo lavorando con l’entusiasmo giusto o se ci stiamo crogiolando nel fatto di essere campioni d’Italia».
Parole pesanti, pronunciate come una frustata. Ma la vera esplosione è arrivata negli spogliatoi, dove – secondo Il Mattino – il clima è stato tesissimo. Il tecnico, visibilmente deluso, avrebbe puntato il dito contro l’atteggiamento della squadra e contro un contesto che, a suo dire, “non lo segue più con la stessa intensità”. In conferenza stampa ha ribadito il concetto: «Non dimentichiamoci che dopo lo scudetto siamo arrivati decimi. Mi dispiace che non sto riuscendo a invertire la rotta con il mio lavoro».
Dietro le parole, il segnale è chiaro: Conte non si sente ascoltato. Da settimane lamenta un ambiente distratto, “imborghesito” dallo scudetto, e infastidito dai suoi metodi di allenamento, considerati troppo duri. C’è chi, dentro e fuori lo spogliatoio, sussurra che i troppi infortuni muscolari siano legati all’intensità delle sedute. Lui respinge tutto: «Non accetto che si metta in dubbio il mio metodo. È lo stesso con cui ho vinto ovunque».

Nelle ore successive al match, il tecnico ha lasciato lo stadio da solo, evitando il pullman della squadra. Ha guidato verso Torino, dove lo aspettava la famiglia per il compleanno della figlia Vittoria. Ma il viaggio non è stato di distacco: lungo la strada, una telefonata con Aurelio De Laurentiis ha sancito la tregua momentanea. Il presidente, secondo quanto riportato da Il Mattino, gli ha ribadito “fiducia totale”. Nessuna ipotesi di dimissioni, almeno per ora. Ma un incontro chiarificatore è già fissato per martedì o mercoledì: sarà il momento della verità.
La società, ufficialmente, resta compatta. Ma dietro le quinte cresce la preoccupazione. L’idea che Conte possa mollare non è più fantascienza. Perché se l’allenatore dovesse percepire di aver perso il gruppo, o di non poter incidere, potrebbe davvero rompere il patto. «O torno a sentire il Napoli come la mia squadra, oppure ogni scenario è possibile», avrebbe confidato in privato.
Sul campo, la partita del Dall’Ara ha amplificato il malessere. Il Bologna di Vincenzo Italiano ha dominato in ogni zona, dimostrando freschezza, compattezza, entusiasmo. Ha segnato al 50’ con Dallinga su assist di Cambiaghi, poi ha chiuso i conti al 66’ con Lucumì, perfetto di testa dopo un cross di Holm. Gli azzurri, invece, non hanno mai reagito davvero: quattro tiri totali, uno solo nello specchio. Numeri impietosi per una squadra che aveva costruito il proprio scudetto sulla fame e sulla velocità.
Conte lo sa bene. Il suo Napoli oggi è un’ombra. Manca la rabbia, manca la verticalità, manca la leadership. I giocatori sembrano spenti, quasi intimoriti. Perfino Hojlund, tra i più attesi, ha rischiato l’espulsione per una gomitata nervosa. Un sintomo evidente di tensione e di disorientamento.
E mentre a Bologna si festeggia un successo che vale il sorpasso sulla Juventus e un punto dal Napoli, all’ombra del Vesuvio il dibattito è già rovente. L’ambiente partenopeo si divide: chi invoca una scossa immediata, chi difende Conte, chi teme un’altra stagione di disillusione dopo l’anno magico del tricolore.
Intanto il presidente De Laurentiis ha scelto la linea della calma. Fiducia, sì, ma con l’esigenza di un cambio di passo netto. Sa che Conte è l’unico a poter rimettere in carreggiata una squadra costruita per vincere, non per arrancare. Ma sa anche che la miccia è corta: un altro passo falso potrebbe trasformare l’irritazione in rottura.
Il Napoli resta a quota 22 punti, appaiato al Milan, e vede il Bologna a un soffio. Troppo poco per una squadra che doveva lottare per il titolo. Troppo poco per un allenatore abituato a vincere o morire provandoci.
«Io non mollo, ma serve un cambio d’energia», ha detto Conte. È la frase che riassume tutto. Perché a Napoli oggi non si tratta solo di tattica o di risultati, ma di fiducia reciproca. E se quella si incrina, anche il contratto più solido può diventare carta fragile.

Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.