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Cronaca
29 Ottobre 2025 - 13:03
Tragedia in autostrada, bus di studenti travolge un suv: muore un uomo di 85 anni
Un viaggio ordinario verso la scuola si è trasformato, all’improvviso, in una mattina di paura. Erano da poco passate le 7.30 di martedì 29 ottobre quando, lungo via Maggiore a Piavon di Oderzo, un pullman dell’Atvo con a bordo una cinquantina di studenti si è scontrato violentemente con un suv. Il bilancio è pesante: un morto e almeno quindici feriti, di cui cinque contusi in modo evidente e dieci portati in ospedale per accertamenti.
La vittima è Germano De Luca, 85 anni, residente a Fregona, in provincia di Treviso. L’uomo era al volante del suv che, secondo una prima ricostruzione, avrebbe invaso la corsia opposta dopo una curva, centrando il bus in arrivo. Le verifiche dei carabinieri della stazione di Cessalto, intervenuti sul posto insieme alla polizia locale, hanno rivelato che De Luca guidava con la patente scaduta da agosto e non rinnovata per mancanza dei requisiti medici. La sospensione formale era stata disposta il 15 ottobre, appena due settimane fa.
Il mezzo Atvo, partito da San Donà di Piave alle 6.30 e diretto verso Oderzo, trasportava studenti provenienti dai comuni di Torre di Mosto e San Stino di Livenza. Dopo l’impatto, il pullman si è ribaltato lateralmente, finendo nel fossato che costeggia la carreggiata. A bordo, panico e urla, ma anche la prontezza di chi non ha perso il controllo. L’autista del bus, un quarantenne di San Donà con diciotto anni di servizio, è riuscito a mantenere la calma: ha fatto uscire tutti i ragazzi attraverso la botola del tetto, seguendo le procedure di sicurezza previste in casi di emergenza.
Pochi minuti dopo, la zona si è riempita di lampeggianti. Sono accorse diverse ambulanze, i vigili del fuoco di Motta di Livenza con il supporto di una squadra da Treviso, oltre all’elisoccorso del Suem 118. Nulla da fare per l’automobilista, morto sul colpo. I giovani passeggeri, molti dei quali sotto choc, sono stati soccorsi e accompagnati nei pronto soccorso della zona: Oderzo, San Donà e Treviso. Tutti, fortunatamente, non in pericolo di vita.
Anche l’autista del bus, rimasto contuso ma cosciente, è stato portato in ospedale per accertamenti. È stato dimesso in serata, ma — raccontano i colleghi — profondamente scosso per l’accaduto. “Ha pensato prima di tutto ai ragazzi, agendo con lucidità e sangue freddo”, sottolineano i vertici dell’azienda di trasporti Atvo, che hanno inviato un secondo mezzo per completare la corsa e riportare gli studenti a casa.

Gli investigatori stanno ora ricostruendo nel dettaglio la dinamica. Dalle prime ipotesi, sembra che il suv abbia perso il controllo dopo una curva, forse a causa di una manovra improvvisa o di un malore del conducente. L’autista del bus avrebbe tentato una deviazione per evitare l’impatto, ma la collisione è stata inevitabile: i due veicoli sono finiti fuori strada in direzioni opposte. Entrambi i mezzi sono stati posti sotto sequestro per le verifiche tecniche.
Il tratto di via Maggiore è rimasto chiuso per ore, per consentire i rilievi e la rimozione dei rottami. La scena che si è presentata ai soccorritori è stata drammatica: il bus adagiato su un fianco, i vetri infranti, gli zaini sparsi sull’asfalto, i ragazzi radunati in silenzio sotto lo sguardo vigile dei carabinieri.
Nelle scuole di Oderzo, la notizia si è diffusa in fretta, generando apprensione tra genitori e insegnanti. Alcuni dei ragazzi coinvolti sono rientrati a casa nel pomeriggio, dopo le visite di controllo. Altri sono rimasti in osservazione per traumi lievi o per lo shock.
Il dramma ha riportato l’attenzione sul tema della sicurezza stradale e sull’obbligo di idoneità alla guida per gli automobilisti anziani. Secondo i primi accertamenti, De Luca non avrebbe dovuto trovarsi al volante, ma la patente non era mai stata formalmente ritirata.
Un dettaglio che, oggi, pesa come un macigno. Perché se l’impatto non avesse coinvolto un bus pieno di studenti, la tragedia sarebbe potuta passare inosservata. E invece, per un’intera comunità, resta l’immagine di un autobus ribaltato all’alba, di ragazzi spaventati e di un uomo anziano che non ce l’ha fatta.
Il gesto dell’autista — la freddezza, la rapidità, la capacità di gestire il panico — ha probabilmente evitato un bilancio più grave. E la città di Rivarolo, come molte altre località venete, oggi ringrazia in silenzio chi, in pochi secondi, ha trasformato un disastro in una fuga ordinata verso la salvezza.
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