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27 Ottobre 2025 - 14:56
Tensione al liceo Einstein di Torino tra collettivi e Gioventù Nazionale: studenti manganellati, un minorenne portato in questura (immagine di repertorio)
Una mattinata di alta tensione quella di lunedì 27 ottobre davanti al liceo Einstein di via Bologna, dove un volantinaggio organizzato dai militanti di Gioventù Nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia, è degenerato in momenti di scontro e disordini tra studenti, attivisti e forze dell’ordine.
Secondo una prima ricostruzione, intorno alle otto, un militante della sezione D’Annunzio di Gioventù Nazionale si sarebbe posizionato all’ingresso dell’istituto per distribuire volantini nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione contro la “cultura maranza”, le baby gang e la delinquenza giovanile. La presenza del ragazzo — accompagnato da due camionette della Polizia, secondo quanto riferiscono gli studenti — ha subito scatenato la reazione del collettivo Einstein, che ha risposto con cori, contestazioni e slogan.
Nel giro di pochi minuti, la situazione è degenerata. In base a quanto riportato dai collettivi e documentato da diversi video circolati sui social, alcuni agenti in borghese sarebbero intervenuti tra gli studenti, dando origine a una colluttazione che ha provocato spintoni, urla e momenti di forte caos.
Un ragazzo minorenne, identificato dagli studenti come Simone, sarebbe stato colpito ripetutamente, ammanettato e trasportato in questura. «La polizia in borghese è entrata in mezzo agli studenti picchiando e fermando un nostro compagno di scuola e di lotte», si legge in un post diffuso su Instagram dal collettivo Einstein, che denuncia l’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine.
«Gli studenti non l’hanno lasciato arrestare senza una risposta — prosegue il comunicato — e la polizia, vista la solidarietà di gruppo, ha chiamato l’antisommossa per caricare gli studenti. Tutto attorno alla scuola ci sono state cariche contro di noi. Dopo che Simone è stato portato in questura, la polizia è scappata».
Le accuse del collettivo sono durissime. In un secondo post, pubblicato nelle ore successive, gli studenti parlano apertamente di “polizia squadrista” e si chiedono «è questa la scuola che pensa agli studenti?».
«Troviamo inammissibile la legittimazione della forza e della violenza davanti alle mura di una scuola, alle 8 del mattino, contro una manciata di studenti minorenni. Non è stato limitato il diritto di espressione, ma abbiamo esercitato a nostra volta il nostro diritto a dissentire», scrivono, annunciando assemblee straordinarie nelle diverse sedi dell’Einstein e un presidio in piazza Castello alle ore 15.
Una versione completamente diversa arriva da Gioventù Nazionale Torino, che denuncia invece un’aggressione subita dai collettivi e parla di violenza politica organizzata.
«Era da tempo che denunciavamo il clima di tensione davanti alle scuole di Torino, causato dai collettivi rossi durante le recenti occupazioni», si legge in una nota diffusa dai militanti. «Stavamo svolgendo la nostra attività di volantinaggio, come sempre, per sensibilizzare i più giovani sul tema delle baby gang e della violenza giovanile, quando siamo stati aggrediti dai collettivi rossi presenti all’interno della scuola».
Il movimento accusa i collettivi di voler impedire a chi la pensa diversamente di esprimersi, e promette di non arretrare: «A Torino c’è chi vorrebbe zittire con la violenza chi non la pensa come lui. Non cederemo a questo vergognoso ricatto e continueremo a essere presenti in tutte le scuole della città».
A commentare l’accaduto sono stati anche l’europarlamentare Giovanni Crosetto e il consigliere circoscrizionale Raffaele Marascio, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia, che hanno parlato di un episodio di “gravità inaudita”.
«Era da mesi che denunciavamo il clima di tensione crescente in alcuni istituti torinesi — ha dichiarato Marascio — quanto avvenuto all’Einstein è di una gravità assoluta: studenti aggrediti e insultati solo per aver provato a esprimere le proprie idee. Questo è il risultato delle politiche di tolleranza e legittimazione delle realtà vicine ai centri sociali e ai collettivi rossi messe in atto dal Comune di Torino».
Sulla stessa linea Crosetto, che in un comunicato ha parlato di “violenza politica intollerabile”: «È inaccettabile che nel 2025 ci siano ancora ambienti che pensano di poter imporre le proprie idee con la forza, impedendo ad altri giovani di esprimersi liberamente. Le scuole devono essere luoghi di confronto e crescita, non di intimidazione e violenza politica. Chi oggi si scaglia contro chi la pensa diversamente, domani non avrà rispetto per la libertà e la democrazia».
L’europarlamentare ha espresso solidarietà ai militanti di Gioventù Nazionale e alle forze dell’ordine, chiedendo al Ministero dell’Interno e al Comune di Torino di prendere posizione: «Il silenzio o la minimizzazione sarebbero una forma di complicità morale».
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Nel pomeriggio è intervenuta anche Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, che ha puntato il dito contro il governo: «Quanto avvenuto oggi a Torino e nel fine settimana a Genova è molto grave. Viene fatto da questo governo un distinguo sulle violenze: quando si spaccano due vetrine si condanna senza se e senza ma, ma quando vengono caricati studenti minorenni tutti tacciono».
Gribaudo ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al ministro dell’Interno: «La differenza è la matrice politica. A Genova si trattava di azioni neofasciste, oggi invece della difesa di Gioventù Nazionale. È inaccettabile che si usino due pesi e due misure».
L’episodio del liceo Einstein si inserisce in un contesto di tensione crescente negli istituti superiori di Torino, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicate occupazioni, assemblee e scontri ideologici tra studenti dei collettivi e gruppi politici giovanili.
Negli anni passati non erano mancati momenti di confronto acceso tra movimenti studenteschi e Gioventù Nazionale, ma la presenza delle forze dell’ordine davanti a un liceo alle prime ore del mattino ha reso la scena di oggi particolarmente drammatica e divisiva.
Secondo fonti sindacali del mondo della scuola, quanto accaduto dimostra la necessità di ristabilire spazi di dialogo e confronto, evitando che le aule scolastiche diventino teatri di propaganda politica o di repressione.
Nel frattempo, gli studenti del liceo Einstein hanno confermato che le assemblee autogestite proseguiranno nei prossimi giorni in tutte le sedi dell’istituto. «Non resteremo indifferenti — si legge in un ultimo post del collettivo —. Quello che è successo oggi non è un episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di un clima di repressione dentro e fuori le scuole. Ci troveremo di nuovo, insieme, per difendere i nostri diritti e la libertà di parola».
In piazza Castello, nel pomeriggio, sono attesi decine di studenti per un presidio di protesta, annunciato come “una risposta collettiva contro la violenza e l’intimidazione”.
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