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Scontri davanti al Liceo Einstein di Torino: tensione tra collettivi e Gioventù Nazionale

Volantinaggio contro le baby gang degenera in aggressione. La condanna di Crosetto e Marascio: “Violenza politica intollerabile, la scuola non può diventare un campo di battaglia ideologica”

Scontri davanti al Liceo Einstein di Torino: tensione tra collettivi e Gioventù Nazionale

Scontri davanti al Liceo Einstein di Torino: tensione tra collettivi e Gioventù Nazionale

Alta tensione questa mattina davanti al Liceo Einstein di via Bologna, dove un volantinaggio organizzato dai militanti di Gioventù Nazionale Torino, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, è sfociato in momenti di caos e aggressione. Secondo quanto riferito dagli stessi militanti, alcuni appartenenti ai collettivi studenteschi avrebbero attaccato i giovani della sezione D’Annunzio durante un’attività di sensibilizzazione sui temi delle baby gang, della violenza giovanile e della cosiddetta “cultura maranza”.

L’episodio, avvenuto poco dopo l’inizio delle lezioni, ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno dovuto contenere gli scontri e ripristinare la calma davanti all’istituto. Alcuni agenti sarebbero stati a loro volta oggetto di spinte e insulti, ma non risultano al momento feriti gravi.

In una nota diffusa dopo l’accaduto, i giovani di Gioventù Nazionale hanno parlato di “violenza politica intollerabile” e denunciato il “clima di crescente ostilità” che, a loro dire, si respira davanti ad alcune scuole torinesi. «Stavamo svolgendo la nostra ordinaria attività di volantinaggio per sensibilizzare i più giovani sulla violenza e sulle baby gang — hanno dichiarato — quando siamo stati aggrediti dai collettivi rossi presenti all’interno della scuola. A Torino c’è chi vorrebbe impedire a chi non la pensa come lui di esprimere la propria opinione, e si sente legittimato a usare la forza per farlo. Non cederemo a questo vergognoso ricatto».

A intervenire sul caso è stato anche Raffaele Marascio, consigliere di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4, che ha parlato di “atto di gravità inaudita”. «Era da mesi che denunciavamo il clima di tensione crescente in alcuni istituti scolastici torinesi. Quanto avvenuto all’Einstein è di una gravità inaudita: studenti aggrediti e insultati solo per aver provato a esprimere le proprie idee. Questo è il risultato delle politiche di tolleranza e legittimazione delle realtà vicine ai centri sociali e ai collettivi rossi, messe in atto dal Comune di Torino», ha dichiarato Marascio, chiedendo un intervento deciso delle istituzioni.

Sulla stessa linea l’europarlamentare Giovanni Crosetto, anch’egli di Fratelli d’Italia, che ha definito quanto accaduto “un episodio di una gravità assoluta”. «L’aggressione subita dai militanti di Gioventù Nazionale durante un pacifico volantinaggio rappresenta un fatto inaccettabile che non può essere derubricato a semplice scontro fra ragazzi», ha dichiarato.

Crosetto ha poi aggiunto: «È intollerabile che nel 2025 ci siano ancora ambienti che pensano di poter imporre le proprie idee con la forza, impedendo ad altri giovani di esprimersi liberamente. Le scuole dovrebbero essere luoghi di confronto e crescita, non di intimidazione e violenza politica. Chi oggi si scaglia contro chi la pensa diversamente, domani non avrà rispetto per la libertà e per la democrazia».

L’eurodeputato ha infine espresso solidarietà ai militanti e alle forze dell’ordine intervenute per riportare la calma, auspicando una reazione chiara da parte delle istituzioni: «Mi auguro che il Ministero dell’Istruzione e il Comune di Torino prendano posizione netta, perché il silenzio o la minimizzazione sarebbero una forma di complicità morale. Difendere il diritto di parola e di opinione è il primo dovere di una società civile».

L’episodio riaccende il dibattito sul confronto politico dentro e fuori le scuole, dove sempre più spesso si registrano tensioni tra collettivi studenteschi e movimenti giovanili di partito. In attesa di chiarimenti ufficiali da parte della Questura, resta alta l’attenzione sulle dinamiche di radicalizzazione giovanile, che da mesi preoccupano il mondo scolastico torinese.

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