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Cronaca
27 Ottobre 2025 - 10:14
Scontri davanti al liceo Einstein: arrestato uno studente minorenne durante una protesta antifascista
Momenti di forte tensione ieri mattina davanti al liceo Einstein di Torino, dove una protesta studentesca è degenerata fino a un arresto. Un minorenne appartenente al collettivo del liceo è stato fermato dalla polizia in assetto antisommossa durante una manifestazione organizzata per contestare la presenza di militanti di destra all’esterno dell’istituto.
Secondo quanto denunciato da Osa (Opposizione studentesca d’alternativa), l’intervento della celere sarebbe avvenuto “a difesa dei fascisti contestati dagli studenti”. Sui social, l’organizzazione ha diffuso una fotografia in cui si vede un ragazzo ammanettato, di spalle, scortato da due agenti. «Arrestato davanti al suo liceo uno studente del collettivo Einstein», si legge nel comunicato diffuso nel pomeriggio. «Questo governo continua a legittimare e difendere i fascisti e reprime chi si oppone alla feccia nei propri spazi. Non ci stancheremo mai di gridarlo: fuori i fascisti dalle scuole!».
L’episodio si inserisce in un contesto già teso tra movimenti studenteschi e gruppi giovanili della destra. Da settimane, a Torino come in altre città italiane, si sono moltiplicate le mobilitazioni contro la presenza di organizzazioni di estrema destra nei pressi degli istituti scolastici. La contestazione di ieri, davanti al liceo Einstein, sarebbe stata rivolta contro un presidio organizzato da una sigla giovanile di area neofascista, la cui presenza ha provocato la reazione immediata dei collettivi antifascisti.

La situazione è rapidamente degenerata: urla, spintoni e lanci di volantini, fino all’arrivo delle forze dell’ordine per separare i due gruppi e riportare la calma. Nella confusione, uno degli studenti è stato bloccato e portato via in manette. Il fermo, precisano fonti di polizia, sarebbe scattato per resistenza a pubblico ufficiale e il ragazzo sarebbe stato successivamente accompagnato in questura per l’identificazione.
Dopo l’arresto, le proteste sono proseguite con cori e striscioni. «Repressione inaccettabile», ha scritto ancora Osa in un nuovo comunicato, annunciando per il 14 novembre un “No Meloni Day” e uno sciopero studentesco nazionale. Il movimento accusa il governo di «legittimare la presenza dei fascisti davanti alle scuole» e di «criminalizzare chi protesta».
Dall’altra parte, ambienti vicini alle forze dell’ordine difendono l’operato della polizia, parlando di intervento necessario per evitare scontri e garantire la sicurezza pubblica. Secondo quanto trapela, la presenza della celere era stata disposta a scopo preventivo dopo le tensioni delle scorse settimane in altri istituti torinesi.
Il caso di Torino rischia ora di diventare un nuovo terreno di scontro politico. L’opposizione studentesca punta il dito contro il clima repressivo, mentre la maggioranza difende la necessità di evitare degenerazioni violente.
Il liceo Einstein, intanto, resta al centro della polemica. Davanti ai cancelli, stamattina, restavano solo cartelli e scritte lasciate dagli studenti: “Fuori i fascisti dalle scuole”. Dentro, le lezioni sono riprese regolarmente, ma l’eco di quanto accaduto ieri continua a risuonare.
Un episodio che riporta alla luce un nodo mai risolto: la scuola come luogo di formazione, ma anche di conflitto ideologico e civile, dove la libertà di espressione si misura ogni volta con il limite dell’ordine pubblico.
+++Aggiornamento+++
Mattinata di forte tensione davanti al liceo Einstein di Torino, dove l’arrivo di un gruppo di militanti di Gioventù Nazionale Gabriele D’Annunzio — movimento giovanile di destra — ha scatenato un acceso confronto con gli studenti dell’istituto. I giovani militanti si erano presentati per distribuire volantini “contro la cultura maranza”, ma l’iniziativa è rapidamente degenerata in un parapiglia, tra proteste, slogan e l’intervento delle forze dell’ordine.
Secondo il collettivo studentesco dell’Einstein, si sarebbe trattato di «un gruppuscolo neofascista» che ha tentato di diffondere «messaggi di odio» davanti alla scuola. Gli studenti raccontano che la reazione è stata immediata: «Abbiamo preso i volantini e li abbiamo buttati nel cestino», si legge in un post diffuso sui social, dove sono comparse anche foto e video dei momenti di caos.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos e la polizia in assetto antisommossa, chiamati per evitare che la situazione degenerasse. Gli scontri verbali si sono trasformati in spintoni e urla, fino al fermo di un quindicenne, uno studente dello stesso liceo, portato via per essere identificato. La scena, documentata da alcuni video amatoriali, mostra i ragazzi che protestano nel cortile della scuola mentre le volanti presidiano l’area.
Secondo quanto riferito dalla Questura di Torino, l’intervento degli agenti sarebbe stato necessario per “ripristinare l’ordine pubblico e separare i gruppi contrapposti”. Tuttavia, la reazione delle forze dell’ordine ha suscitato indignazione politica e polemiche sui social, soprattutto dopo la diffusione delle immagini in cui si vedono alcuni studenti allontanati con decisione.
Nel pomeriggio, Potere al Popolo ha espresso solidarietà al collettivo dell’Einstein con un comunicato duro: «Torino si sveglia con orribili immagini di studenti manganellati e arrestati dalla polizia fuori dal liceo Einstein. Sono scene inaccettabili. Ancora più inaccettabile è che la polizia difenda volantinaggi fascisti e reprima chi si oppone a questi personaggi».
La polemica si è rapidamente estesa al piano politico. Osa – Opposizione studentesca d’alternativa ha parlato di “repressione nei confronti del movimento studentesco” e ha annunciato per il 14 novembre una giornata di mobilitazione nazionale ribattezzata “No Meloni Day”, con scioperi e cortei in diverse città italiane.
Dietro lo scontro di lunedì mattina c’è un contesto più ampio di tensione tra collettivi studenteschi e gruppi di estrema destra, già esploso in passato davanti ad altri istituti torinesi, tra cui il D’Azeglio e il Gioberti. Negli ultimi mesi, diversi movimenti antifascisti hanno denunciato la crescente presenza di sigle di destra nelle scuole e nei quartieri popolari, accusandole di “propaganda mascherata da iniziative culturali”.
L’episodio del liceo Einstein — una delle scuole storiche della città — riaccende così un dibattito che attraversa la società italiana da anni: quale spazio dare alla libertà di espressione politica nelle scuole e dove fissare il confine tra attivismo e provocazione.
Dopo il fermo, gli studenti si sono riuniti in assemblea autogestita nel cortile, chiedendo la liberazione del compagno e una presa di posizione ufficiale contro la presenza di gruppi neofascisti davanti agli istituti scolastici. Le lezioni sono riprese nel pomeriggio, ma il clima resta teso e il dibattito aperto.
Un nuovo capitolo di una stagione che a Torino, da mesi, alterna piazze, proteste e scontri simbolici tra due visioni opposte del ruolo della scuola: quella come luogo neutro e quella come spazio politico e sociale di confronto.
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