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25 Ottobre 2025 - 21:26
Il locale è stato inaugurato un mese fa
Una vetrina infranta da un tombino, il rumore del vetro che esplode nel silenzio della notte, poi la fuga in auto con la cassa. È accaduto tra il 24 e il 25 ottobre al Bully Chicken di via Giordano Bruno 210 a Torino, inaugurato appena il 20 settembre. Un’attività giovane, ancora in fase di rodaggio, che in pochi secondi ha visto infrangersi la normalità dietro un colpo fulmineo e brutale.
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Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i ladri sarebbero entrati in azione intorno alle 3 del mattino. Dopo aver scagliato un tombino contro la vetrina, si sono introdotti all’interno del locale e hanno divelto parte del bancone per raggiungere la cassa, portando via un bottino stimato in circa 6mila euro. La dinamica ricalca quella di molte “spaccate” che negli ultimi mesi hanno colpito bar, tabaccherie e piccoli esercizi cittadini: un’azione rapida, mirata, capace di infliggere danni strutturali spesso più costosi del denaro rubato.
Le indagini sono in corso e la polizia sta analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, nella speranza di risalire al veicolo utilizzato per la fuga. Il gesto, tuttavia, ha già lasciato il segno su un’attività che, a poco più di un mese dall’apertura, si trova a dover ricominciare quasi da capo.
Eppure, nonostante tutto, Bully Chicken ha riaperto. Le vetrine rotte sono state momentaneamente messe in sicurezza, il personale è tornato al lavoro e i tre soci hanno deciso di non chiudere nemmeno per un giorno. Una scelta coraggiosa, che il quartiere ha accolto con rispetto e solidarietà.
Uno dei titolari ha pubblicato un messaggio rivolto sia ai clienti sia agli stessi autori del furto. Parole pacate ma dense di significato, che trasformano un atto criminale in una lezione di vita: «Quando ti esponi possono capitare eventi spiacevoli, ma negli eventi negativi vi è sempre il seme di un guadagno equivalente o maggiore. […] Se pensi di vivere di espedienti, rubando ad altri meritevoli, certamente non ti potrai aspettare dalla vita che ti dia quello che vuoi».
Un invito alla legalità, ma anche una riflessione sul valore del lavoro e della responsabilità personale, pronunciata da chi ha scelto di continuare a credere nella propria impresa invece di arrendersi alla paura.
Il caso riaccende anche il dibattito sulla sicurezza delle attività commerciali torinesi, spesso esposte a episodi simili. La cosiddetta “spaccata”, realizzata con tombini o altri oggetti pesanti, resta una tecnica violenta e distruttiva che lascia dietro di sé non solo perdite materiali ma anche una sensazione di vulnerabilità collettiva. In questo contesto, la decisione del fast food di rimanere operativo assume un valore simbolico: un gesto di resilienza civile, un messaggio di fiducia nella comunità e nel futuro.
A via Giordano Bruno, le luci del locale tornano ad accendersi ogni sera come se nulla fosse accaduto. Dietro i vetri ancora segnati dai colpi, resta la convinzione che reagire — e continuare a lavorare — sia la risposta più concreta a chi tenta di colpire l’onestà con la forza.
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