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Lutto

Addio a Giuliano Besson, l’ultimo gigante della Valanga Azzurra

Ex discesista, imprenditore e uomo di montagna: a 75 anni se ne va un simbolo dello sci italiano e di Sauze d’Oulx

Giuliano Besson

Addio a Giuliano Besson, l’ultimo gigante della Valanga Azzurra

Un malore improvviso, alle prime luci dell’alba di oggi 24 ottobre, ha portato via Giuliano Besson, 75 anni, ex discesista della Valanga Azzurra e volto leggendario dello sci italiano. Cittadino illustre di Sauze d’Oulx, Besson era uno dei protagonisti di quella stagione irripetibile che negli anni Settanta aveva acceso la passione per lo sci in tutto il Paese. Dopo il ritiro dalle gare, era diventato un imprenditore di successo nel settore dell’abbigliamento sportivo, fondando con l’amico e compagno di squadra Stefano Anzi il marchio Anzi-Besson, che avrebbe vestito generazioni di atleti e squadre nazionali.

La notizia della sua scomparsa ha scosso l’ambiente dello sport e del mondo imprenditoriale. Figura carismatica e vulcanica, Besson era considerato non solo un campione delle piste ma anche un simbolo dell’identità alpina di Sauze, un uomo capace di reinventarsi e di lasciare un segno in ogni campo che ha attraversato.

Nato proprio a Sauze d’Oulx nel gennaio del 1950, aveva legato il suo nome a una delle pagine più celebri dello sci italiano. Specialista delle discipline veloci, aveva fatto parte del gruppo dei “Discesisti della Valanga Azzurra”, quel movimento di giovani atleti che, tra gli anni Settanta e Ottanta, portarono l’Italia tra le potenze mondiali dello sci alpino. Accanto a lui, nomi come Gustavo Thöni, Piero Gros, Erwin Stricker e Stefano Anzi, con cui formò una coppia sportiva inseparabile, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Anzi-Besson”, il tandem della velocità.

La sua carriera agonistica fu intensa ma segnata anche da momenti difficili. Besson aveva affrontato in prima persona una vicenda che lo aveva profondamente ferito: la “scomunica” da parte della Federazione, un caso che aveva sollevato discussioni e divisioni nell’ambiente sportivo. Pochi mesi fa, in occasione dell’uscita del film di Giovanni Veronesi dedicato alla Valanga Azzurra, Besson era tornato a parlarne presentando la sua biografia, scritta dal giornalista Augusto Grandi. Nel libro aveva ripercorso non solo le stagioni di gloria sulle piste di discesa libera, ma anche le contraddizioni e le passioni di un’epoca che aveva trasformato lo sci in un fenomeno popolare.

Giuliano Besson

Uomo di montagna nel senso più pieno del termine, Besson aveva fatto della sua energia una cifra personale. Terminata la carriera sportiva, si era reinventato nel mondo dell’imprenditoria, portando la sua esperienza e il suo gusto per la performance nel campo della moda sportiva. Con il marchio Anzi-Besson, fondato insieme al compagno di squadra e amico di sempre, aveva raggiunto il successo internazionale: le tute e i capi del brand divennero un’icona di stile e tecnologia, arrivando a vestire diverse nazionali di sci e ad accompagnare l’immaginario di intere generazioni di appassionati.

Non si era però mai allontanato davvero dalla sua Sauze d’Oulx. Negli anni, Besson aveva contribuito a rilanciare alcune strutture ricettive della zona, tra cui il celebre Chalet del Sole, ancora oggi gestito dai figli. Era stato anche amministratore comunale, mettendo la sua competenza e il suo amore per il territorio al servizio della comunità. La montagna, per lui, non era solo sport o turismo, ma identità e radici: un modo di vivere.

Negli ultimi anni, complice il calo di salute, si era trasferito a Torino, senza però recidere il legame con le sue valli. Partecipava ancora agli eventi dedicati allo sci, agli incontri con i giovani atleti e alle iniziative culturali legate alla memoria della Valanga Azzurra, che considerava una famiglia allargata.

Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo appassionato e diretto, con quella schiettezza tipica della gente di montagna. “Besson non si arrendeva mai” raccontano amici e colleghi, “aveva sempre un’idea in testa, un progetto nuovo, un sogno da inseguire”.

Il suo spirito imprenditoriale lo aveva reso un esempio anche per le nuove generazioni di atleti che, conclusa la carriera sportiva, cercano di reinventarsi senza rinunciare ai valori appresi in pista: sacrificio, disciplina, capacità di guardare avanti.

Con la scomparsa di Giuliano Besson se ne va uno degli ultimi interpreti autentici dell’epopea dello sci italiano, ma anche un uomo che ha saputo trasformare la passione in impresa, la montagna in un modo di vivere e raccontare. La sua storia, come quella della Valanga Azzurra, resta un patrimonio collettivo: un racconto di coraggio, cadute e rinascite, in cui lo sport e la vita si intrecciano senza confini.

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