AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
24 Ottobre 2025 - 09:56
Vetrine sfondate e paura tra Cuorgnè e Valperga: il Canavese torna a fare i conti con la microcriminalità
Un filo rosso lega le notti di Cuorgnè e Valperga: serrande divelte, vetrine sfondate, passi furtivi nel buio. Una scia di furti e tentativi di effrazione che nelle ultime settimane ha riportato al centro del dibattito la questione della sicurezza urbana e della capacità di reazione delle comunità locali. La sensazione diffusa tra residenti e commercianti è quella di una pressione crescente, fatta di episodi ravvicinati e mirati, che mettono alla prova la tenuta di un tessuto cittadino già provato da mesi difficili.
Secondo le ricostruzioni, la serie di colpi è iniziata circa quindici giorni fa, con due spaccate in via Arduino, la strada commerciale che attraversa il cuore di Cuorgnè. Le vetrine del bar Piccolo Torino e del salone da barbiere “Il Matte” sono state infrante nel cuore della notte, in azioni rapide e violente che hanno lasciato sul selciato cocci di vetro e un senso di vulnerabilità diffuso. Poco dopo, l’attenzione dei malviventi si sarebbe spostata anche su abitazioni private, con segnalazioni di tentativi di intrusione e movimenti sospetti nelle ore notturne.
L’episodio più recente risale a mercoledì 22, quando la titolare di una edicola-tabacchi ha reagito prontamente all’ennesimo tentativo di furto. Il suo gesto ha impedito ai ladri di portare a termine il colpo, ma testimonia un livello di tensione crescente tra i commercianti della zona, ormai costretti a convivere con la paura di ritrovarsi, da un giorno all’altro, vittime di un nuovo blitz.
I contorni della vicenda delineano un quadro tipico della microcriminalità locale, fatta di azioni rapide, pianificate su spostamenti brevi e con bottini modesti. Colpi di “urto e fuga”, che puntano sull’effetto sorpresa e sulla vulnerabilità di esercizi commerciali di vicinato. La scelta di via Arduino, arteria centrale e ben frequentata, non appare casuale: è probabile che chi ha agito conoscesse bene la zona e le abitudini di chi vi lavora. La ripetitività dei bersagli e la prossimità temporale degli episodi suggeriscono una dinamica coordinata, forse legata a un piccolo gruppo di autori che si muove sul territorio con una certa disinvoltura.

La polizia locale e i carabinieri stanno monitorando con attenzione l’evoluzione dei fatti. Al momento non risultano arresti né denunce, ma gli investigatori non escludono che dietro le spaccate ci sia una stessa mano. In casi simili, gli autori sfruttano l’effetto sorpresa, la scarsa sorveglianza notturna e la conoscenza delle tempistiche di pattugliamento per agire in pochi minuti, colpendo dove i sistemi di allarme sono assenti o inefficaci.
Parallelamente, cresce la preoccupazione tra i commercianti, che chiedono più controlli, telecamere funzionanti e un maggior presidio serale. La paura non riguarda solo i danni materiali, ma anche il clima di insicurezza che si respira tra chi ogni giorno alza la serranda del proprio negozio. La pronta reazione dell’edicolante dimostra una maggiore attenzione collettiva, ma anche la consapevolezza che l’autoprotezione non può sostituire il ruolo delle istituzioni.
L’ondata di colpi ravvicinati apre inoltre una riflessione più ampia sullo stato della sicurezza nei centri medio-piccoli del Canavese, dove la carenza di risorse e la distanza dalle grandi centrali operative rendono più difficile un controllo capillare del territorio. In queste realtà, la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine è fondamentale per costruire un circuito virtuoso di segnalazioni tempestive e interventi mirati.
Il fenomeno, tuttavia, non può essere letto solo in chiave repressiva. La microcriminalità urbana è spesso il sintomo di fragilità sociali più profonde, di disoccupazione, marginalità o piccole dipendenze. Non di rado dietro un vetro infranto si nasconde un disagio più vasto, che richiede politiche di prevenzione, sostegno economico e interventi sociali mirati.
In questa cornice, i comuni di Cuorgnè e Valperga si trovano di fronte a un bivio: trasformare l’allarme in azione concreta, rafforzando la vigilanza, migliorando l’illuminazione pubblica e incentivando la rete di sicurezza di quartiere, o lasciare che l’esasperazione si traduca in sfiducia e isolamento. Il coinvolgimento diretto dei cittadini, che oggi si scambiano segnalazioni e video nelle chat di quartiere, può diventare una risorsa se integrato con le strategie delle forze dell’ordine, ma rischia di degenerare in allarmismo se non viene canalizzato.
Resta aperta una domanda: gli episodi di queste settimane sono collegati o frutto di azioni isolate? Gli investigatori stanno analizzando le modalità operative, i tempi dei colpi e le possibili corrispondenze con altri furti nel territorio canavesano. Ma un fatto è certo: la microcriminalità sta testando la tenuta di due comunità che, dopo anni di relativa tranquillità, tornano a confrontarsi con un senso di vulnerabilità diffuso.
E se il dibattito sulla sicurezza è destinato a proseguire, la risposta più efficace non può che passare da fermezza e sobrietà. Nessun allarmismo, ma neppure sottovalutazione. Solo una vigilanza diffusa, la collaborazione tra commercianti e residenti e la prontezza delle istituzioni potranno ridare ossigeno a chi, ogni giorno, sceglie di tenere viva una città anche quando cala la notte.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.