Cerca

Cronaca

Femminicidio di Milano, 24 coltellate dopo mesi di minacce e paura: chi era Pamela Genini

Uccisa dal compagno Gianluca Soncin, che l’aveva già perseguitata, minacciata con una pistola e pedinata

Pamela Genini

Pamela Genini

Aveva 29 anni, un futuro pieno di progetti e un sorriso che le aveva aperto le porte della moda e dell’imprenditoria. Pamela Genini, modella e imprenditrice bergamasca, è stata uccisa con 24 coltellate nel suo appartamento di via Iglesias, a Milano, dal compagno Gianluca Soncin, 52 anni, originario di Biella e residente a Cervia, che non accettava la fine della loro relazione.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe fatto irruzione nell’abitazione con una copia delle chiavi che aveva duplicato qualche settimana prima. Pamela, al momento dell’aggressione, era al telefono con l’ex fidanzato, con cui aveva mantenuto un rapporto di amicizia e a cui aveva confidato i propri timori. Le sue ultime parole, prima che la conversazione si interrompesse, sono state: «Aiuto, aiuto, aiuto».

Subito dopo, un messaggio disperato: «Teso ho paura ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, nn so che fare, chiama polizia». Quando gli agenti sono arrivati sul posto, la giovane era ancora viva: ha risposto al citofono fingendo una consegna a domicilio e indicando il piano, ma quando i poliziotti sono riusciti ad aprire la porta l’hanno trovata a terra, agonizzante, che respirava “sempre più affannosamente”. Non ce l’ha fatta per pochi minuti.

L’omicidio è avvenuto intorno alle 21.30 di lunedì. Nel pomeriggio Pamela aveva chiuso definitivamente la relazione con Soncin, un uomo 23 anni più grande di lei, con precedenti per aggressioni e un passato giudiziario pesante: nel 2010 era stato arrestato insieme al padre Lamberto dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno per una presunta frode fiscale legata all’importazione di auto di lusso, con un’evasione d’Iva di oltre 6,5 milioni di euro.

Nato come un rapporto sentimentale nel marzo 2024, quello tra i due era presto degenerato in un incubo fatto di botte, minacce, pistole puntate e controllo ossessivo. Secondo gli inquirenti, Soncin avrebbe costretto Pamela a lasciare il lavoro e a trasferirsi con lui a Cervia, isolandola da amici e colleghi. Aveva già tentato di ferirla con un coccio di bottiglia, e in un’occasione l’aveva minacciata con una pistola puntata al ventre, costringendola a fuggire e a tornare a Milano in taxi.

Le indagini, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, hanno raccolto testimonianze agghiaccianti. I vicini di casa hanno riferito di aver sentito Pamela gridare «non lo farò più», «ti amo», «smettila, ho una famiglia» mentre Soncin la colpiva. Alcuni l’hanno vista sul balcone, inginocchiata e terrorizzata, mentre l’uomo la prendeva a schiaffi.

Il racconto dell’ex fidanzato Francesco, sentito come testimone, ha permesso di ricostruire gli ultimi giorni di vita della giovane. Pamela gli aveva confidato: «Non posso lasciarlo, altrimenti mi ammazza». Aveva paura che potesse fare del male anche ai suoi genitori. «Se mi lasci ti ammazzo e ammazzo tua madre», le ripeteva Soncin. Negli ultimi tempi la ragazza aveva smesso di postare la propria posizione sui social per non farsi rintracciare.

La sera prima di morire, Pamela gli aveva scritto di averlo lasciato per sempre, e quella mattina aveva raccontato di voler andare a Lugano per iscriversi all’università, segno di una rinascita che l’uomo non ha mai accettato.

Dopo averla uccisa, Soncin ha inscenato un tentato suicidio ferendosi con lo stesso coltello a serramanico usato per colpirla, prima di essere ricoverato all’ospedale di Niguarda. È stato poi trasferito nel carcere di San Vittore, dove si trova con l’accusa di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, stalking e futili motivi.

La sua avvocata, Simona Luceri, ha spiegato che «era confuso, anche fisicamente dopo il gesto che aveva fatto su sé stesso, e non ha detto nulla nemmeno con me su quanto era accaduto». Davanti alla pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio di convalida davanti al gip Tommaso Perna è previsto per domani.

Pamela Genini era una giovane donna brillante, indipendente e determinata. Aveva partecipato, a 19 anni, al reality L’Isola di Adamo ed Eva Italia su Deejay Tv, prima di dedicarsi alla carriera di modella e imprenditrice. Aveva fondato il marchio di costumi Ep SheLux insieme all’amica influencer Elisa Bartolotti, che le ha dedicato un messaggio struggente: «Ciao Pam, non invecchieremo insieme, tu non invecchierai mai, ti voglio bene amica mia». Poi, rivolgendosi al suo assassino: «Spero solo che se esiste una giustizia la pagherai per avermi tolto chi per me era una sorella».

Anche la blogger Denise Genini ha scritto parole di dolore: «Pamela aveva solo 29 anni, una vita davanti, tanti sogni. Fa male pensare che nel 2025 ci siano ancora donne che perdono la vita così».

Determinata, amante dei viaggi e della moda, Pamela lavorava anche come agente immobiliare nel Quadrilatero della Moda. Le sue ultime immagini la ritraevano sorridente al Festival di Venezia, con la sua inseparabile chihuahua Bianca, che aveva reso protagonista di un profilo social.

Il nome di Pamela Genini si aggiunge tragicamente a quello di Ilaria Sula, Sara Campanella, Eliza Stefania Feru e di tante altre donne uccise da chi diceva di amarle. Una scia di sangue che continua ad attraversare l’Italia: secondo i dati del Viminale, nel 2025 sono stati commessi quasi 70 femminicidi, di cui 38 per mano di partner o ex, e in oltre il 90% dei casi all’interno di contesti familiari o affettivi.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori