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Cronaca
15 Ottobre 2025 - 09:36
Torino, presi i banditi del terrore: colpivano con coltelli e martelli tra supermercati, farmacie e gioiellerie
Quattro colpi in meno di venti giorni, tra supermercati, farmacie e gioiellerie, tutti a Torino. A mettere fine alla loro scia criminale è stato un blitz della Squadra Mobile, coordinato dalla Procura torinese, che ha portato all’arresto di due uomini: un italiano di origini maghrebine di 29 anni e un cittadino marocchino di 34 anni, entrambi residenti nel Biellese. I due sono accusati di una lunga serie di rapine aggravate, consumate tra il 30 agosto e il 18 settembre scorsi, per un bottino complessivo stimato in oltre 47mila euro.
Gli investigatori, dopo settimane di pedinamenti e analisi di video, sono riusciti a dare un volto ai due sospetti. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza installati dentro e fuori i locali rapinati hanno permesso di ricostruire nei dettagli le modalità d’azione dei banditi. Si muovevano con rapidità, studiavano i punti deboli degli esercizi commerciali e colpivano sempre in orari di chiusura o con poco personale presente, quando la paura rendeva le vittime più vulnerabili.
Il primo episodio risale alla fine di agosto, in un supermercato del quartiere Parella, dove uno dei due ha minacciato un cassiere puntandogli contro un coccio di bottiglia, costringendolo a consegnare l’incasso. In quell’occasione il colpo è durato meno di due minuti, ma ha lasciato il personale sotto choc. Pochi giorni dopo, i rapinatori sono tornati in azione, questa volta in una farmacia nel quartiere Pozzo Strada, dove hanno estratto un coltello e minacciato la farmacista e un cliente che aveva tentato di intervenire. Anche in questo caso, il bottino è stato consistente, ma la loro fuga è stata ripresa da una telecamera di sicurezza installata all’esterno, dettaglio che si è poi rivelato decisivo per identificarli.
Frammento ripreso dalle videocamere di sorveglianza
Il colpo più eclatante è stato quello alla gioielleria di corso Francia. Qui i due hanno agito con particolare brutalità: uno ha sfondato la vetrina a colpi di martello, mentre l’altro teneva d’occhio la strada. In pochi istanti sono riusciti a impossessarsi di tre orologi di pregio, del valore di diverse migliaia di euro. Quando un dipendente ha tentato di bloccarli, uno dei due ha messo una mano alla cintura fingendo di estrarre un’arma da fuoco, inducendo l’uomo a desistere per paura di essere colpito. La scena, interamente ripresa dalle videocamere, ha confermato il grado di aggressività e intimidazione con cui i due operavano.
Dopo il quarto episodio, le indagini si sono intensificate. La Squadra Mobile ha passato al setaccio centinaia di ore di filmati, confrontando abbigliamento, movenze e accenti dei sospetti. I due uomini, nel frattempo, si erano spostati a Biella, dove vivevano in appartamenti separati ma in contatto costante. Lì gli agenti li hanno rintracciati, in un giardino pubblico, durante un appostamento durato diversi giorni. Al momento del fermo non hanno opposto resistenza, ma apparivano nervosi e consapevoli di essere stati individuati.
Le perquisizioni domiciliari hanno permesso di rinvenire abiti e accessori compatibili con quelli indossati durante le rapine: cappucci, guanti, scarpe e giacche identiche a quelle immortalate dalle telecamere. Sono stati sequestrati anche alcuni oggetti di valore la cui provenienza è ora al vaglio degli investigatori, che intendono verificare se possano essere ricondotti ad altri colpi avvenuti negli ultimi mesi tra Torino e il Biellese.
Il fermo, disposto d’urgenza dalla Procura di Torino, è stato convalidato dal giudice, che ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere. I due uomini dovranno ora rispondere di rapina aggravata, minacce e porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere. Le indagini, tuttavia, non si fermano: la polizia sta cercando di capire se avessero complici, magari con ruoli logistici, come fornire veicoli o segnalare obiettivi.
Fonti vicine all’inchiesta parlano di due soggetti già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e violenza privata. Le modalità di azione lasciano pensare a una coppia di rapinatori esperti, in grado di pianificare con cura gli orari e le uscite, ma anche pronti a usare la forza per assicurarsi la fuga. Una delle caratteristiche che ha colpito gli investigatori è stata la freddezza con cui agivano, senza preoccuparsi delle telecamere, segno di una certa familiarità con il rischio.
Il bottino complessivo, di circa 47mila euro, è stato in parte recuperato, ma gli inquirenti sospettano che una quota significativa sia già stata spesa o nascosta. Nonostante la rapidità dell’arresto, gli agenti non escludono che la coppia potesse preparare un nuovo colpo, forse ancora a Torino, sfruttando la rete di conoscenze costruita nel Biellese.
Il caso ha riportato all’attenzione il tema della sicurezza nei quartieri periferici torinesi, dove supermercati e farmacie restano bersagli facili per chi cerca denaro contante. La Polizia di Stato ha intensificato i controlli serali, soprattutto nelle zone di Parella, Pozzo Strada e Mirafiori, dove negli ultimi mesi si erano registrati diversi episodi analoghi.
Le immagini dei colpi, diffuse in parte per ragioni investigative, mostrano due figure incappucciate che si muovono con precisione e rapidità: uno agisce, l’altro controlla. Un copione ripetuto con inquietante puntualità, fino al blitz che ne ha interrotto la corsa.
La Procura di Torino ha espresso soddisfazione per l’esito dell’indagine, definendola un esempio di “lavoro di squadra efficace e tempestivo” tra le varie articolazioni della polizia giudiziaria. Resta ora da capire se i due arrestati fossero autori di altre rapine ancora non denunciate o se facessero parte di una rete più ampia di malviventi attivi tra Piemonte e Lombardia.
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