AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
10 Ottobre 2025 - 14:48
Torino, 13 perquisizioni e 10 misure cautelari: il movimento pro Palestina rilancia la piazza (immagine d'archivio)
È scattata all’alba una vasta operazione della Digos di Torino contro i gruppi legati all’area dei movimenti studenteschi e ai collettivi pro Palestina. Nel corso della notte tra il 9 e il 10 ottobre, gli agenti hanno eseguito 13 perquisizioni domiciliari e notificato 10 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti indagati, accusati a vario titolo di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, violenza privata aggravata e danneggiamento.
Si tratta di obblighi di firma e di dimora, con il divieto di uscire di casa tra le 19.30 e le 7.30. I provvedimenti riguardano episodi risalenti a un arco di tempo compreso tra ottobre 2023 e aprile 2024, in concomitanza con alcune delle manifestazioni più accese registrate in città: dalle proteste contro la visita della premier Giorgia Meloni al Festival delle Regioni, fino ai cortei studenteschi contro la riforma Valditara, alle mobilitazioni universitarie e alle iniziative di piazza legate al conflitto israelo-palestinese.
Secondo gli inquirenti, durante il Festival delle Regioni del 2 e 3 ottobre 2023 due cortei non preavvisati tentarono più volte di sfondare i cordoni della polizia con spinte, lanci di oggetti, sputi e colpi di aste di bandiera. Altri episodi risalgono al 17 novembre 2023, quando nel corso di una manifestazione studentesca contro la riforma del ministro Valditara alcuni partecipanti violarono il percorso concordato con la Questura, entrando in contatto con gli agenti in servizio.
Il 5 dicembre 2023, al Campus Einaudi, un centinaio di studenti dei collettivi universitari di sinistra avrebbe impedito l’accesso all’ateneo a un gruppo di militanti del Fuan, formazione studentesca di destra. La tensione degenerò rapidamente, costringendo la polizia a intervenire: nel parapiglia rimasero feriti dieci agenti, colpiti da calci, pugni, sputi e lanci di oggetti.
Il 13 febbraio 2024, nel corso di un presidio pro Palestina davanti alla sede Rai di via Verdi, i manifestanti tentarono di forzare più volte gli sbarramenti, causando il ferimento di sette tra poliziotti e carabinieri e danneggiando alcuni mezzi di servizio. La protesta si spostò poi verso il vicino McDonald’s di via Sant’Ottavio, dove alcuni attivisti fecero irruzione e imbrattarono i locali, provocando danni per circa 10 mila euro.
Ultimo episodio contestato, quello del 29 aprile 2024, in occasione del G7 di Venaria Reale. In quella circostanza, un corteo non autorizzato si snodò per le vie del centro di Torino tentando più volte di aggirare i blocchi di polizia posti a protezione delle delegazioni internazionali. Tre agenti rimasero feriti, mentre un mezzo di servizio subì danni durante gli scontri.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, avevano già portato alla denuncia di 37 persone per reati analoghi.
Oltre ai fatti risalenti al 2023 e 2024, la Digos ha effettuato tredici perquisizioni domiciliari nei confronti di studenti e attivisti che avrebbero preso parte ai più recenti cortei pro Palestina organizzati tra settembre e ottobre di quest’anno, compresi i blocchi stradali e ferroviari alle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa e la protesta all’aeroporto di Caselle.
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato telefoni e indumenti ritenuti utili alle indagini. Le accuse, in questo caso, spaziano da blocco stradale e ferroviario a interruzione di pubblico servizio, fino alla violazione di domicilio e al danneggiamento.
Immagine di repertorio
La risposta del movimento non si è fatta attendere. In un intervento trasmesso da Radio Onda d’Urto, un portavoce del coordinamento “Torino per Gaza” ha denunciato l’operazione della Questura come «un atto di intimidazione verso un movimento di massa che da settimane riempie le piazze».
«Gli agenti della Digos si sono presentati fuori dalle case di diversi studenti e studentesse per eseguire le perquisizioni e notificare le misure cautelari – ha raccontato –. Nei fascicoli si legge che i ragazzi, quasi tutti sotto i trent’anni, avrebbero partecipato attivamente ai blocchi delle scorse settimane, insieme a centinaia di altre persone».
Il portavoce ha confermato che nelle prossime ore il coordinamento organizzerà una manifestazione di risposta: «Le intimidazioni verranno rispedite al mittente – ha dichiarato –. Le piazze delle prossime settimane saranno ancora più grandi. Non ci faremo intimidire e continueremo a sostenere la causa palestinese».
Secondo quanto riportato dagli attivisti, la manifestazione del 7 ottobre scorso – in coincidenza con il secondo anniversario dell’attacco di Hamas in Israele – era stata vietata dalla Questura, ma avrebbe comunque portato oltre diecimila persone in strada.
L’operazione di questa notte conferma il clima di tensione crescente a Torino, dove negli ultimi mesi le mobilitazioni pro Gaza hanno spesso degenerato in scontri e blocchi improvvisi. Le autorità temono nuove azioni dimostrative nei prossimi giorni, anche alla luce delle parole del coordinamento, che parla apertamente di «risposta necessaria».
Sul fronte istituzionale, la Questura ribadisce che «le misure adottate si inseriscono in un quadro di tutela della sicurezza pubblica» e che le indagini proseguiranno per accertare ulteriori responsabilità.
Visualizza questo post su Instagram
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.