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Cronaca

Battuta di caccia finisce in tragedia in Canavese: 82enne di Montanaro muore ferito da arma da fuoco

La vittima è Armando Dalla Bona, classe 1943. Inutili i soccorsi

82enne muore in Canavese durante una battuta di caccia: indagini sulla dinamica

82enne muore in Canavese durante una battuta di caccia: indagini sulla dinamica

Una battuta di caccia si è trasformata in tragedia nei boschi di Locana, nella Valle Orco, dove Armando Dalla Bona, 82 anni, ex dirigente d’azienda di Leinì e volontario della Croce Rossa di Montanaro, è stato ucciso da un colpo di fucile esploso da un compagno di squadra, un ragazzo di 19 anni.

La tragedia si è consumata poco dopo le nove del mattino di domenica 5 ottobre, durante una battuta di caccia al cinghiale nella zona di Zaunere, frazione del comune montano. Il gruppo era composto da una decina di cacciatori, disposti lungo i pendii dei boschi di castagni, pioppi e noccioli, in contatto radio tra loro, secondo le normali procedure di sicurezza. Poi, l’imprevisto: un colpo partito da uno dei fucili, e l’impatto che cambia tutto.

Il proiettile, sparato dal giovane che si trovava più in alto rispetto alla posizione della vittima, ha mancato il bersaglio previsto e ha colpito Dalla Bona in una zona vitale. È bastato un solo colpo. Gli altri cacciatori hanno immediatamente dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Ivrea, i sanitari del 118 di Azienda Zero e l’elisoccorso decollato da Torino. I medici, calatisi con il verricello nel punto in cui si trovava il gruppo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

Il corpo dell’uomo è rimasto per ore, fino alle 16.15, ai piedi di un grosso castagno, dove i periti incaricati dalla Procura di Ivrea hanno effettuato i rilievi tecnici per ricostruire la traiettoria del colpo e la posizione dei partecipanti alla battuta. Successivamente, i tecnici del Soccorso Alpino hanno recuperato la salma, che è stata trasferita per gli esami autoptici disposti dall’autorità giudiziaria.

La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, affidando le indagini ai carabinieri. Dovranno stabilire con precisione la dinamica dello sparo, la distanza tra i due cacciatori e verificare se tutte le norme di sicurezza previste siano state rispettate. Un elemento già emerso, però, preoccupa gli inquirenti: il giovane che ha sparato indossava abiti scuri, e non il giubbotto ad alta visibilità, obbligatorio per legge durante le battute di caccia.

Armando Dalla Bona, padre di due figlie, era molto conosciuto nella comunità del Chivassese e stimato per il suo impegno civile e sociale. Da anni dedicava parte del suo tempo al volontariato con la Croce Rossa di Montanaro, dove era apprezzato per disponibilità e competenza.

La notizia della sua morte ha sconvolto l’intera valle e la provincia di Torino. Si tratta infatti della seconda vittima piemontese dall’inizio della stagione venatoria, aperta appena un mese fa, dopo la tragedia di Daniele Barolo, 46 anni, ucciso due settimane fa in un incidente di caccia vicino a Carrù, nel Cuneese.

Il caso di Locana riaccende inevitabilmente il dibattito sulla sicurezza durante le battute di caccia, dove anche una minima disattenzione può trasformarsi in una tragedia irreparabile. La comunità locale resta sotto choc, stretta attorno alla famiglia dell’anziano cacciatore e ai volontari che con lui avevano condiviso anni di impegno e solidarietà.

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