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Cronaca
04 Ottobre 2025 - 13:51
Prometteva un grande sconto, ma in realtà era una truffa: in vendita arrivano i carabinieri
Un pacco sospetto partito da Poirino ha aperto uno squarcio su una catena di spedizioni di droga che, mimetizzata nel flusso dei corrieri e dei punti di ritiro, avrebbe attraversato l’Italia sotto gli occhi di tutti. Con l’operazione “Drug Point”, i carabinieri di Poirino, affiancati dal Nucleo Antifalsificazione Monetaria dell’Arma di Roma e coordinati dalla Procura di Asti, hanno intercettato un sistema collaudato: stupefacenti occultati in oggetti insospettabili, pagamenti schermati e prelievi a singhiozzo per svuotare conti fittizi.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Asti, nasce da un plico anomalo spedito da Poirino tramite corriere. Da quel primo riscontro, i militari dell’Arma di Poirino — con il supporto specialistico del Nucleo Antifalsificazione Monetaria di Roma — hanno ricostruito una rete di spaccio che utilizzava diversi locker della zona, ovvero i negozi e i punti di ritiro dove è possibile ricevere e prelevare pacchi, per instradare spedizioni in varie località del Paese.
Gli investigatori hanno accertato più di sessanta invii di pacchi contenenti droga. Lo stupefacente veniva celato in casse di apparecchi bluetooth, in tubetti di fondotinta e persino all’interno di francobolli: contenitori comuni scelti per confondere i controlli e sfruttare la massa del traffico commerciale.
Secondo quanto ricostruito, le sostanze più richieste erano eroina, cocaina, LSD e hashish. La varietà del “catalogo” lascia intendere un’offerta modulata su diverse fasce di consumatori, segno di una struttura che puntava a massimizzare domanda e capillarità della distribuzione.
I proventi delle attività illecite venivano trasferiti su conti fittizi e su rapporti esteri. A scadenze periodiche, tali conti venivano svuotati mediante molteplici prelievi agli sportelli bancomat, una frammentazione tipica di chi prova a ridurre le tracce economiche.
Nel corso dell’operazione, due italiani di 24 anni sono stati arrestati in flagranza perché gravemente indiziati del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un terzo indagato, italiano di 26 anni e accusato del medesimo reato, è stato posto agli arresti domiciliari. Sei persone sono state denunciate e un quarto italiano risulta a piede libero. Tutte le posizioni sono al vaglio dell’autorità giudiziaria e valgono le garanzie di legge: le accuse dovranno essere verificate nelle sedi processuali competenti.
Il ricorso ai locker, l’uso di oggetti comuni come schermo e la gestione frazionata dei flussi di denaro delineano un’organizzazione attenta a confondere le tracce sfruttando infrastrutture ordinarie. È un promemoria sulla necessità di coniugare controlli mirati e tutela della privacy, e sull’importanza di competenze interforze per seguire il doppio binario della logistica e dei movimenti finanziari. Resta ora da capire l’estensione reale della rete e se le oltre sessanta spedizioni censite rappresentino il perimetro completo o soltanto la parte visibile di un traffico più ampio.
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