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Cronaca
03 Ottobre 2025 - 12:47
Asti, private banker tradisce i clienti: truffa da oltre 2 milioni
Un uomo elegante, la fiducia conquistata negli anni, la promessa di rendimenti sicuri. Dietro la facciata da consulente di fiducia, però, c’era una truffa milionaria che ha colpito almeno dieci risparmiatori e che, secondo gli inquirenti, potrebbe avere contorni ancora più ampi. La Guardia di Finanza di Asti ha arrestato un private banker in servizio presso la filiale albese di un istituto di credito nazionale, accusato di aver sottratto dal 2018 ad oggi oltre 2,1 milioni di euro a clienti che gli avevano affidato i propri risparmi.
Il meccanismo, ricostruito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, era tanto semplice quanto spietato. L’indagato puntava soprattutto su clienti fragili, spesso anziani, privi di competenze digitali e incapaci di usare l’home banking. Con il pretesto di curare i loro investimenti, li convinceva a firmare disposizioni di bonifico già predisposte a suo favore, dirottando i soldi su conti personali o di società a lui riconducibili. Per rendere credibili le sue parole, mostrava grafici e rendiconti artefatti di presunti guadagni, costruendo un castello di carte fondato sulla fiducia tradita.
Le somme sottratte venivano poi fatte sparire attraverso un accurato gioco di specchi: reinvestite in attività imprenditoriali personali, impiegate nell’acquisto di beni registrati, comprese tre auto (due mezzi agricoli e un motoveicolo) e persino una macchina intestata alla moglie, oggi a sua volta indagata per riciclaggio. Un flusso di denaro che gli inquirenti hanno seguito con minuziose indagini finanziarie, testimonianze e perquisizioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti.
Il GIP del Tribunale di Asti ha disposto per l’uomo la misura degli arresti domiciliari e un sequestro preventivo di beni per un valore equivalente a 2.180.690 euro. Tra i beni congelati figurano le quote di un compendio immobiliare legato a un’azienda agricola dell’indagato dal valore stimato di oltre 1,5 milioni di euro, oltre a disponibilità finanziarie già individuate.
La vicenda non è chiusa. Al momento le vittime accertate sono dieci, ma la Procura astigiana sta vagliando nuove denunce e querele che potrebbero ampliare il numero dei raggirati e far lievitare ulteriormente l’ammontare complessivo delle somme sottratte. Le indagini, sottolineano gli inquirenti, mirano a delineare con maggiore precisione la rete dei rapporti e a comprendere se l’indagato abbia agito da solo o con eventuali complici.
Il caso riporta in primo piano il tema della vulnerabilità dei risparmiatori, soprattutto anziani, che troppo spesso diventano facili prede di operatori infedeli. Non bastano, in casi come questo, le regole generali della trasparenza bancaria: occorre vigilanza costante e strumenti di controllo più efficaci. Perché se il denaro rubato può essere congelato e in parte recuperato, la fiducia tradita resta la ferita più difficile da sanare.
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