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Cronaca
28 Settembre 2025 - 17:38
Colpo in minimarket a Torino: tre presunte borseggiatrici con bambini fuggono con 4.000 euro
Un ingresso studiato, richieste martellanti e un frastuono sufficiente a disorientare. In pochi minuti, un minimarket di corso Vittorio Emanuele II a Torino è stato ripulito di uno zaino contenente 4.000 euro in contanti e una carta di debito. Protagoniste tre donne, a volto scoperto, ciascuna con un bambino nel marsupio e una lunga coperta a schermare i movimenti: un copione collaudato del furto con distrazione, registrato integralmente dalle telecamere interne. La polizia indaga per identificarle.
È il 27 settembre. La prima donna entra con disinvoltura, chiede “una batteria” e si spinge oltre la cassa. Il titolare la invita ad allontanarsi. Nel frattempo la seconda comincia a girare tra gli scaffali, mentre la terza si presenta mostrando il cellulare, aggiungendo ulteriore pressione e rumore. È in quell’istante che, con le mani coperte da una coperta, la prima afferra lo zainetto appoggiato dietro il bancone e si dilegua. Le complici la seguono. Solo quando il negozio torna vuoto, il commerciante si accorge del furto.
Secondo quanto ricostruito, le donne avevano sistemato i neonati in un marsupio e li coprivano con una coperta lunga: un espediente che, oltre a disarmare psicologicamente la vittima, consente di occultare i movimenti delle mani. Una tecnica purtroppo nota negli ambienti del borseggio, che sfrutta la confusione e la pietà per superare le barriere di attenzione. L’impiego di minori in questi contesti, oltre a indignare sul piano etico, aggrava la pericolosità della condotta.
Nello zaino sottratto c’erano il portafogli con una carta di debito e 4.000 euro in contanti. Il titolare riferisce di aver prelevato da poco il denaro per pagare l’affitto e un fornitore. Non è chiaro se le tre lo avessero seguito sapendo della somma. Dopo il furto, l’uomo chiama la polizia e fornisce la propria versione.
Le telecamere del minimarket hanno ripreso ogni passaggio dell’azione coordinata. Quando la pattuglia lascia il negozio, il commerciante nota nuovi addebiti: la sua carta di debito risulta utilizzata per acquisti in un altro esercizio di Torino. Un dettaglio che può rivelarsi utile agli investigatori per restringere il campo: orari, importi e POS coinvolti offrono una traccia elettronica preziosa per risalire agli autori.
Gli agenti stanno acquisendo i filmati e lavorano per identificare le responsabili, che al momento restano presunte autrici del colpo. Il caso conferma come la dinamica del “furto a tre” — distrazione, pressione verbale e rapida esfiltrazione del bottino — resti efficace contro attività con postazioni cassa facilmente accessibili. Misure semplici, come mantenere gli effetti personali in aree non raggiungibili dal pubblico, limitare il contante in cassa e segnalare subito alle banche l’uso fraudolento delle carte, possono ridurre l’esposizione al rischio e aiutare le indagini.
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