Cerca

Cronaca

Smascherato il vigile dei luna park: 600 giostre senza collaudo e mazzette da 50 euro

La Procura di Torino verso la chiusura delle indagini su Claudio Asioli: tra corruzione, falso e monologhi registrati in auto che raccontano un sistema fuori controllo

Smascherato il vigile

Smascherato il vigile dei luna park: 600 giostre senza collaudo e mazzette da 50 euro

Il fascicolo della Procura di Torino sulla vicenda dei collaudi fantasma delle giostre si avvia alla conclusione. Il pubblico ministero Gianfranco Colace è pronto a chiudere l’inchiesta che ha travolto Claudio Asioli, agente della polizia municipale del comune di La Cassa, insieme a un ingegnere del Biellese e a due imprenditori torinesi del settore dello spettacolo viaggiante. Le accuse sono pesanti: corruzione e falso ideologico, con un sistema che avrebbe consentito a centinaia di giostre di funzionare senza i necessari controlli di sicurezza.

Il meccanismo, ricostruito dagli inquirenti, era semplice quanto pericoloso. Per autorizzare i luna park, Asioli avrebbe rilasciato permessi irregolari, saltando passaggi fondamentali: mai convocata la Commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, mai richiesto il parere dei vigili del fuoco, indispensabile per certificare la sicurezza delle attrazioni. In cambio, secondo quanto emerso, riceveva mazzette tra i 50 e i 100 euro per ogni pratica. Un tariffario basso, ma che moltiplicato per i numeri complessivi porta a una cifra considerevole: si parla infatti di circa 600 giostre fuorilegge.

Il dettaglio che ha reso questo caso quasi surreale è il ruolo dei soliloqui del vigile. Gli investigatori avevano piazzato una microspia nella sua auto, e da lì hanno ascoltato per mesi i suoi ragionamenti ad alta voce. Non conversazioni compromettenti con complici, ma riflessioni solitarie che hanno finito per fornire alla Procura materiale prezioso. In quelle registrazioni Asioli, appassionato di diritto penale, cercava di interpretare da sé le accuse.

In una di queste intercettazioni, già consapevole di essere indagato, si lascia andare: «Beh sono già in pensione, amen. Qual è l’atto corruttivo? Quando si prendevano i soldi che erano riferiti a quelle pratiche... C’era una delibera... semmai è al Comune che io li prendevo... uno potrebbe dire che i soldi venivano dati e anziché versarli in Comune se li teneva lui (cioè sé medesimo). Perfetto, e si chiama peculato». E conclude: «E quindi non corruzione». Un tentativo ingenuo di rielaborare la propria posizione, quasi a convincersi di una colpa diversa e forse meno infamante.

In un’altra occasione, paragona la sua condotta alla denuncia di un’auto rubata: «Come dire... io viaggio con una macchina rubata, cosa vuol dire? Si tratta di appropriazione indebita ma non è furto». Una logica personale, che agli investigatori è sembrata più una conferma indiretta delle pratiche irregolari che un argomento a difesa.

Le indagini hanno portato anche al fermo di un giostraio, indicato come l’intermediario tra Asioli e altri gestori. È lui a organizzare il flusso di denaro e a ricevere istruzioni precise dal vigile. In un passaggio intercettato, Asioli gli dice: «Ti ho preparato le etichette da mettergli (alle giostre)... ti dò il timbro tondo ok?». E l’interlocutore risponde: «Bene, dai vengo lì». Un dialogo che fotografa bene la leggerezza con cui veniva gestito un tema delicatissimo come la sicurezza delle attrazioni frequentate da migliaia di famiglie.

Il dato dei 600 luna park senza collaudo è quello che più colpisce. Non si tratta solo di una questione burocratica, ma di un rischio concreto per l’incolumità pubblica. Ogni giostra dovrebbe essere sottoposta a verifiche tecniche rigorose, con controlli strutturali e certificazioni dei vigili del fuoco. Saltare questi passaggi significa mettere in pericolo i passeggeri, spesso bambini e adolescenti. La Procura, proprio per questo, ha esteso le indagini a diversi impianti in Piemonte e non solo, con perquisizioni in corso per verificare la regolarità delle autorizzazioni.

Il sistema avrebbe potuto reggere a lungo se non fosse stato per le intercettazioni. Quei monologhi in auto, paradossalmente, hanno avuto più valore probatorio delle testimonianze dirette. Asioli, convinto di poter ragionare liberamente nella sua solitudine, ha finito per descrivere il meccanismo illecito con una precisione involontaria. Una sorta di confessione senza interlocutore, che oggi pesa come un macigno nel fascicolo della Procura.

Per Asioli e per gli altri indagati si prospetta ora la fase più delicata. La chiusura delle indagini da parte del pm Colace segna infatti l’inizio del percorso verso la richiesta di rinvio a giudizio. Toccherà al giudice stabilire se quelle parole e quelle prove raccolte siano sufficienti a trasformare il quadro indiziario in condanne. Quel che è certo è che l’immagine dell’ex vigile resta compromessa: non solo per le accuse di corruzione e falso, ma per la leggerezza con cui avrebbe gestito un ambito tanto sensibile come la sicurezza delle giostre.

Intanto le verifiche proseguono. La rete di autorizzazioni sospette potrebbe allargarsi, con ricadute anche su altri comuni e altri operatori. Il sospetto è che il “sistema Asioli” non fosse un caso isolato, ma la punta di un iceberg di pratiche scorciatoia adottate in diversi territori per aggirare controlli e velocizzare autorizzazioni.

La vicenda di La Cassa, insomma, racconta un pezzo di mala amministrazione che si intreccia con leggerezza e avidità. Un vigile municipale con il pallino del diritto penale, che si diverte a teorizzare le proprie colpe come se fossero casi di scuola, salvo poi cadere nella rete degli inquirenti proprio a causa di quelle riflessioni. E dietro le sue parole, una realtà che pesa: centinaia di giostre messe in funzione senza alcuna garanzia, un business costruito sulla pelle dei cittadini, e un’inchiesta che ora si prepara a chiedere conto di tutto questo davanti a un giudice.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori