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Cronaca

Caos al pronto soccorso: 51enne minaccia i sanitari per avere il metadone

A Torino, richiesto metadone. Arredi danneggiati, personale minacciato, radiomobile disarma e arresta l’uomo

Caos al pronto soccorso

Caos al pronto soccorso: 51enne minaccia i sanitari per avere il metadone

Mattinata di paura al pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino, dove lunedì 22 settembre 2025 un uomo di 51 anni, italiano, ha seminato il caos pretendendo dai sanitari una dose di metadone. Il suo ingresso, già segnato da agitazione e nervosismo, si è trasformato in pochi minuti in una scena di violenza incontrollata che ha coinvolto pazienti, medici e infermieri, costretti a difendersi da un’escalation che poteva avere conseguenze ancora più gravi.

Secondo la ricostruzione, l’uomo si è presentato al triage con l’intenzione di ottenere subito la sostanza sostitutiva usata nei trattamenti di disintossicazione. Di fronte al rifiuto del personale, che seguiva le procedure previste, ha iniziato a urlare, a minacciare e infine a distruggere parte degli arredi del pronto soccorso. Ma il momento più critico è arrivato quando ha afferrato una bombola presente nell’area e l’ha usata per minacciare direttamente i sanitari. Attimi di panico si sono diffusi tra i presenti, con alcuni pazienti che hanno cercato di allontanarsi rapidamente dalla sala, temendo il peggio.

L’intervento dei carabinieri del nucleo radiomobile è stato immediato e decisivo. I militari sono riusciti a disarmare l’uomo dopo un confronto ad alta tensione e lo hanno arrestato, ponendo fine a una situazione che rischiava di degenerare. Nessun ferito grave è stato registrato, ma lo spavento tra il personale e i pazienti è stato forte, tanto che alcuni operatori sanitari hanno richiesto supporto psicologico per gestire lo shock.

Il caso accende ancora una volta i riflettori sulle criticità dei pronto soccorso torinesi, troppo spesso teatro di aggressioni e episodi di violenza. La richiesta di metadone in maniera diretta e fuori da ogni percorso terapeutico certifica il disagio di chi vive ai margini e cerca scorciatoie per placare la dipendenza. Ma evidenzia anche la vulnerabilità del personale sanitario, costretto a lavorare in condizioni di forte esposizione.

Le statistiche dell’Ordine dei medici e delle associazioni sindacali degli infermieri parlano chiaro: negli ultimi anni sono aumentati i casi di minacce, insulti e aggressioni nei confronti di chi lavora in ospedale. Solo nel 2024, in Piemonte, si sono registrati oltre 400 episodi di violenza segnalati ufficialmente, un dato che non include i casi minori che spesso non vengono denunciati. Una spirale che ha spinto alcune strutture a installare sistemi di sorveglianza più avanzati, a incrementare la presenza di guardie giurate e a sollecitare un intervento normativo più incisivo.

Il pronto soccorso del Gradenigo, situato tra via Porro e corso Regina Margherita, non è nuovo a tensioni. La posizione centrale e l’ampio bacino di utenza lo rendono spesso punto di arrivo di situazioni complesse, che coinvolgono tossicodipendenti, senza fissa dimora e persone con fragilità psichiche. Le richieste di maggiore protezione da parte del personale non sono una novità e l’episodio del 22 settembre rafforza la percezione di un rischio quotidiano.

Il 51enne arrestato dovrà ora rispondere di minacce aggravate, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Per lui, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati al consumo di stupefacenti, si aprirà un nuovo capitolo giudiziario. Ma resta irrisolta la questione più ampia: come garantire sicurezza nei pronto soccorso senza trasformarli in luoghi militarizzati, e allo stesso tempo come offrire risposte adeguate a chi, travolto dalle dipendenze, sceglie la strada della violenza.

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