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Cronaca
24 Settembre 2025 - 22:13
Torture in carcere a Torino (foto di repertorio)
La requisitoria del pubblico ministero Francesco Pelosi ha portato oggi alla richiesta di 14 condanne per i poliziotti coinvolti nelle torture e negli abusi avvenuti nel Padiglione C del carcere Lorusso e Cutugno di Torino tra il 2018 e il 2019. Le pene richieste variano, con le più alte fissate a sei anni di reclusione e le più basse a un anno e mezzo. Tra gli imputati, spicca la figura di un noto rappresentante sindacale della polizia penitenziaria, accusato non solo di non aver denunciato quanto accadeva, ma anche di aver coperto o favorito gli abusi.
L’impianto accusatorio si concentra su tre agenti principali: Maurizio Gebbia, Dario Celentano e Gianluca Serafino, per i quali il pm ha richiesto la pena massima. Accanto a loro, sul banco degli imputati si trovano altri poliziotti, funzionari e personale amministrativo, accusati di torture, abuso d’autorità, violenza privata, lesioni e favoreggiamento.
Gli abusi contestati sono emersi da una serie di testimonianze, tra cui quelle raccolte dall’allora garante dei detenuti, Monica Gallo, che ha avviato l’indagine. Secondo l’accusa, nel Padiglione C, dove erano detenuti criminali condannati per reati sessuali, in particolare contro minori, si verificavano violenze sistematiche, comprese perquisizioni vessatorie, insulti, schiaffi e minacce.
Tra le accuse più gravi, si parla di imposizione di false versioni dei fatti da fornire ai medici, con i detenuti costretti a dire che le ferite erano state causate da altri detenuti, anziché dagli agenti stessi. Il pm ha voluto precisare che questo processo non è contro l’intera polizia penitenziaria, ma contro chi ha abusato del proprio ruolo.
Le testimonianze raccolte da undici detenuti e le intercettazioni hanno contribuito a far emergere i fatti. Se alcune posizioni sono già state stralciate, il cuore del processo è rimasto davanti ai giudici Paolo Gallo, Elena Rocci e Giulia Maccari, che nelle prossime settimane ascolteranno le parti civili e le difese. La sentenza definitiva è attesa nelle prossime settimane.
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