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Cronaca

Un uomo uscito a funghi non è più rientrato: soccorsi in azione da giorni

Soccorso alpino, vigili del fuoco e protezione civile impegnati da giorni per ritrovare l’uomo uscito a funghi e mai rientrato

Scomparso nei boschi sopra Trontano: caccia all’uomo tra nebbia e speranza all’alpe Briasca

Un uomo uscito a funghi non è più rientrato: soccorsi in azione da giorni

Il silenzio del bosco, rotto dal rumore delle pale di un elicottero e dalle voci dei soccorritori, accompagna da martedì 23 settembre le ricerche di un uomo disperso nei boschi dell’alpe Briasca, sopra Trontano, nel Verbano Cusio Ossola. L’uomo era uscito per una battuta ai funghi e non ha più fatto ritorno a casa. Da allora si è messa in moto la macchina dei soccorsi, una corsa contro il tempo che non conosce soste nonostante le condizioni proibitive.

Le ricerche si concentrano in un’area ampia e impervia, fatta di pendii boscosi e sentieri nascosti, battuta fin dalla sera della scomparsa da squadre del soccorso alpino, della guardia di finanza, dei vigili del fuoco e della protezione civile. All’alba di ogni giornata nuove unità a terra riprendono il lavoro, coordinandosi per coprire più zone possibili e sfruttando le poche ore di luce. La mobilitazione è imponente, segno della gravità della situazione e della volontà di non lasciare nulla intentato.

A guidare i soccorsi c’è anche la tecnologia. Un elicottero dei vigili del fuoco, dotato di IMSI catcher – un sistema capace di agganciare i segnali dei telefoni cellulari – ha permesso di circoscrivere una possibile area di presenza dell’uomo. È un indizio fragile ma fondamentale, che indirizza le squadre verso settori più mirati nella vastità del bosco. Purtroppo il meteo ha complicato ulteriormente le operazioni: nebbia fitta, pioggia e vento hanno reso impossibile un avvicinamento sicuro dall’alto e hanno impedito anche ai droni notturni di restituire segnali utili.

La stagione dei funghi, tanto amata da chi frequenta i boschi, porta con sé rischi spesso sottovalutati. Terreni scivolosi, canaloni nascosti dalla vegetazione, cambi improvvisi del tempo: basta poco perché una passeggiata diventi un incubo. Solo pochi giorni fa, in Valle Stura, una cercatrice di funghi di 60 anni è morta dopo essere precipitata in un canalone, episodio che ha acceso i riflettori sui pericoli che si corrono in montagna senza adeguata preparazione.

Nel frattempo, a Trontano, la tensione resta alta. Le squadre avanzano con metodo, metro dopo metro, verificando ogni segnalazione e ogni possibile indizio. Il lavoro è lento, estenuante, ma non si ferma. L’obiettivo è sfruttare ogni finestra utile di tempo e, se le condizioni lo permetteranno, tornare a utilizzare anche i mezzi aerei. In casi come questo, la combinazione di resistenza fisica, conoscenza del territorio e strumenti tecnologici diventa decisiva.

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