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Cronaca

Chivasso da oggi è in zona rossa: ecco tutti i divieti per combattere la criminalità

L'ordinanza del prefetto Cafagna sarà in vigore dal 20 settembre al 20 dicembre. Previsti allontanamenti e multe progressive

Rapina alla stazione di Chivasso: hanno spruzzato spray urticante negli occhi di un pendolare

Rapina alla stazione di Chivasso: hanno spruzzato spray urticante negli occhi di un pendolare

Tra binari e piazze, Chivasso prova a cambiare passo. Un’ordinanza firmata dal Prefetto di Torino Donato Cafagna istituisce una “zona rossa” attorno alla stazione, cuore del traffico ferroviario tra Torino, Milano e Aosta, per arginare degrado e illegalità. Ma mentre scatta la stretta, si addensano interrogativi: le sanzioni amministrative e i tempi della giustizia basteranno a incidere davvero sul quotidiano della città?

La Città di Chivasso riveste un ruolo centrale per tutto il territorio e i comuni limitrofi reciprocamente interconnessi e costituisce uno snodo nevralgico per il traffico ferroviario che collega Torino, Milano e Aosta”. Con queste parole, in un’ordinanza datata venerdì 12 settembre, il Prefetto Donato Cafagna ha disposto misure straordinarie per l’area della Stazione Ferroviaria di Chivasso, da tempo al centro di polemiche legate alla sicurezza. Il provvedimento nasce anche dal riconoscimento che i precedenti interventi — chiusura notturna del sottopasso pedonale e della stazione, rimozione delle panchine, azioni mirate di Polizia Ferroviaria e Carabinieri — non sono bastati a eliminare “specifiche situazioni di disagio e di illegalità”.

Dal 20 settembre al 20 dicembre è vietato stazionare: - in via Roma, da piazza Garibaldi fino a via Cairoli/via San Carlo - in piazza Garibaldi - in via Caluso angolo via Boris Bradac - in piazzale Ceresa - in via Ceresa – piazzale Movicentro stazione Bus - in piazzale 12 maggio 1944 - in via Italia da piazza Garibaldi a via Cairoli Il divieto riguarda chi, in queste aree, assuma atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti e risulti già segnalato all’Autorità giudiziaria per reati in materia di stupefacenti, contro la persona, furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, detenzione o porto abusivo di armi, resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi o oggetti atti a offendere.

Il prefetto Donato Cafagna



L’impianto sanzionatorio è progressivo: - primo intervento: sanzione di 100 euro e ordine di allontanamento dall’area per 48 ore; - reiterazione: multa di 200 euro; - alla terza violazione: denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (art. 650 del Codice penale), con trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Ivrea. Non è previsto l’arresto. Il modello punta dunque su misure amministrative rapide e, in caso di recidiva, sul canale penale.

Qui si gioca la partita più delicata. Le multe da 100 e 200 euro, per soggetti spesso privi di mezzi, rischiano di essere inesigibili: un deterrente immediato, ma con scarsa leva nel medio periodo. La denuncia ex art. 650 c.p., che scatta solo alla terza violazione, approda in una Procura — quella di Ivrea — già gravata di fascicoli, con tempi che potrebbero diluire l’effetto della “stretta”. Il rischio operativo è la rotazione dei comportamenti molesti dentro e fuori perimetri e orari, con una pressione costante sulle pattuglie e la possibilità di un rientro dopo 48 ore. È un’arma che può ristabilire ordine e vivibilità nell’immediato, ma che necessita di continuità nei controlli e di strumenti sociali complementari per cambiare davvero il quadro.

L’ordinanza non si ferma al contrasto: “Parallelamente alle attività di prevenzione e controllo del territorio” è stato avviato un percorso con tre assi: - rafforzamento della videosorveglianza e integrazione delle Sale operative di Forze dell’Ordine e Polizia Locale; - nuovi tavoli istituzionali, oltre al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, con il coinvolgimento della società civile e delle rappresentanze economiche in una cabina di regia con le associazioni del commercio; - iniziative per i più giovani, con scuole e agenzie educative, su legalità, dipendenze, bullismo e disagio. Se l’obiettivo è “eradicare” i fenomeni, questa componente preventiva e comunitaria sarà la vera cartina di tornasole: più partecipazione, più alternative sociali, più presidio umano nei luoghi sensibili.

Chivasso, nodo ferroviario tra tre regioni urbane e meta quotidiana di pendolari, reclama spazi sicuri e fruibili: piazza Garibaldi e le vie attorno alla stazione non sono solo crocevia, ma vetrina della città. La “zona rossa” è una risposta netta al bisogno di ordine. La sua riuscita dipenderà dalla capacità di unire fermezza e prossimità, sanzione e inclusione, polizia di prossimità e reti sociali. È la somma dei dettagli — controlli, tempi, coordinamento, ascolto del territorio — a trasformare un’ordinanza in un cambio di clima.

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