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Cronaca

Carceri piemontesi e liguri, l’allarme dell’Osapp sulle distillerie clandestine: “Situazione fuori controllo”

“Agenti impreparati e lasciati soli”. L’organizzazione sindacale denuncia la produzione di alcol tossico nelle celle, con rischi sanitari e di sicurezza sempre più gravi

Carceri piemontesi e liguri, l’allarme dell’Osapp sulle distillerie clandestine: “Situazione fuori controllo”

Carceri piemontesi e liguri, l’allarme dell’Osapp sulle distillerie clandestine: “Situazione fuori controllo” (immagine di repertorio)

Una situazione fuori controllo sia dal punto di vista della sicurezza che della sanità. Il 18 settembre, l’Osapp – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – porta nuovamente alla luce una delle questioni più delicate del sistema carcerario italiano. Nelle prigioni di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, secondo quanto riferito dal sindacato, si stanno moltiplicando le distillerie clandestine allestite dai detenuti, trasformando i reparti in veri e propri laboratori chimici improvvisati.

Il problema non riguarda soltanto l’illegalità del gesto, ma soprattutto i rischi sanitari e di sicurezza che ne derivano. Per produrre alcol, infatti, verrebbero usati zucchero, pane raffermo, frutta e persino pile mini stilo, con una fermentazione rapida in cella seguita da bollitura. Il risultato sarebbe un infuso grezzo, altamente tossico, che contiene zinco e altri metalli pesanti. Una sostanza che, se ingerita, può causare gravi danni all’organismo e che in alcuni casi ha già provocato episodi di aggressività estrema verso il personale penitenziario.

L’Osapp denuncia che gli agenti sono impreparati a fronteggiare fenomeni di questo tipo, perché privi di specifica formazione antidroga e antisofisticazione. E mentre aumenta la violenza, il personale continua a essere numericamente insufficiente: si parla di agenti costretti a presidiare interi padiglioni da soli, con oltre 150 detenuti a carico. Una condizione che mette a repentaglio ogni giorno la loro incolumità fisica e mina la possibilità di mantenere l’ordine.

Il sindacato critica anche la gestione centrale dell’emergenza, accusando il Provveditorato regionale di Torino di limitarsi a spostare i problemi da una struttura all’altra attraverso trasferimenti di detenuti, senza affrontare le cause reali né mettere in campo piani di formazione e prevenzione. Una strategia che l’Osapp definisce come un semplice “gioco delle sedie musicali”.

Il quadro delineato non è solo di ordine pubblico ma anche di emergenza sanitaria. Le sostanze prodotte artigianalmente possono risultare letali per chi le consuma, ma rappresentano anche un rischio per chi si trova esposto ai vapori tossici o a eventuali incidenti durante la preparazione. L’assenza di controlli adeguati e di protocolli specifici trasforma quindi le celle in un pericolo costante, tanto per i detenuti quanto per gli operatori.

Il sindacato chiede alle istituzioni misure immediate: stop alla distribuzione di pile nelle celle, introduzione di protocolli operativi contro i laboratori clandestini, formazione specifica del personale e fine della “politica dei trasferimenti a rotazione” che, secondo l’Osapp, non risolve nulla.

La denuncia è chiara: le carceri di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sono ormai diventate luoghi dove illegalità e violenza prevalgono sulla legalità, lasciando gli agenti a lavorare in condizioni sempre più insostenibili. L’Osapp chiede un intervento immediato del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), arrivando a sollecitare l’eventuale sostituzione dei vertici regionali se non ritenuti capaci di affrontare una crisi che rischia di degenerare ulteriormente.

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