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Cronaca
16 Settembre 2025 - 14:00
Dodici anni di latitanza interrotti sul Tgv: arresto coordinato al valico del Frejus (foto archivio)
Un controllo di routine alla stazione di Oulx ha posto fine alla fuga lunga dodici anni di un uomo di 51 anni, di nazionalità nigeriana, colpito da una condanna per reati legati agli stupefacenti emessa dal Tribunale di Torino. Il fermo è avvenuto durante un viaggio ad alta velocità su un Tgv diretto in Italia, dimostrando come la precisione dei controlli e la collaborazione tra polizie possa avere effetti concreti e immediati.
L’operazione è partita in modo apparentemente ordinario: un controllo documenti sulla linea ferroviaria che attraversa il Traforo del Frejus. La Polizia di Stato italiana, affiancata dai colleghi francesi, ha verificato le identità dei passeggeri. Tra i viaggiatori, l’uomo ricercato è risultato avere pendente una condanna con otto mesi di pena residua da scontare. L’arresto è stato eseguito in maniera coordinata, silenziosa, senza creare allarmismi tra i passeggeri, ma con l’efficacia tipica di una procedura pianificata nei dettagli.
La vicenda sottolinea non solo l’importanza della vigilanza lungo le linee internazionali, ma anche la concretezza della cooperazione transfrontaliera. L’azione a Oulx non è un episodio isolato: rappresenta l’efficacia di strategie investigative mirate, basate su scambio di informazioni, controlli puntuali e coordinamento tra forze di polizia di Stati diversi. In casi come questo, dove la latitanza si protrae per anni, ogni verifica può rivelarsi decisiva.
Dal punto di vista giudiziario, l’arresto chiude un capitolo della lunga fuga del soggetto, riportando il caso nel perimetro della giustizia esecutiva. La condanna per reati di droga emessa dal Tribunale di Torino, che prevedeva ancora otto mesi di carcere, sarà ora eseguita secondo quanto stabilito dalle procedure italiane. La notizia, seppur senza clamore mediatico, rappresenta un monito sulla costanza delle autorità nel perseguire chi tenta di sottrarsi alla legge.
L’episodio evidenzia come il sistema di controlli sui flussi ferroviari internazionali, unito a una solida rete di collaborazione tra Italia e Francia, possa portare a risultati concreti. La latitanza non è più un privilegio della fuga: anche a bordo di un convoglio ad alta velocità, il passato giudiziario può raggiungere chi cerca di sfuggire alle proprie responsabilità. La vicenda di Oulx conferma che la giustizia non conosce confini, e che l’efficienza investigativa può sorprendere anche chi crede di essere lontano dal controllo delle autorità.
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