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Cronaca

Piemonte, cercatrice di funghi precipita per venti metri sotto gli occhi della figlia

La donna di 76 anni è ricoverata in condizioni critiche a Verbania, soccorsa con l’elicottero del 118 dopo un volo nel canalone boschivo

Piemonte, cercatrice di funghi

Piemonte, cercatrice di funghi precipita per venti metri sotto gli occhi della figlia (foto archivio)

Un passo falso, un pendio traditore, un silenzio improvviso interrotto dal tonfo nel vuoto. È il dramma che si è consumato ieri pomeriggio a Cursolo, nell’Alto Verbano, dove una donna di 76 anni è precipitata in un canalone mentre stava cercando funghi insieme alla figlia. Una caduta di circa venti metri che l’ha lasciata gravemente ferita, trasportata d’urgenza all’ospedale Castelli di Verbania, dove si trova ricoverata in condizioni critiche, con fratture multiple e diversi traumi.

Secondo la ricostruzione dei soccorritori, la donna stava percorrendo un tratto di bosco caratterizzato da forte pendenza e terreno scivoloso. Un piede in fallo è bastato per farle perdere l’equilibrio e trascinarla giù per il canalone. La scena si è svolta sotto gli occhi della figlia, che ha tentato disperatamente di raggiungerla ma si è trovata di fronte a un terreno troppo insidioso per avanzare senza rischiare di precipitare a sua volta. La scelta di fermarsi e lanciare subito l’allarme si è rivelata decisiva: ha impedito che un singolo incidente si trasformasse in una doppia emergenza.

La macchina dei soccorsi si è attivata in pochi minuti. Sul posto sono arrivate le squadre del Soccorso alpino, dalle stazioni di Val Grande e Val Vigezzo, che hanno dovuto fare i conti con una zona difficile, caratterizzata da boschi ripidi e ostacoli naturali che rallentavano ogni movimento. La gravità della situazione ha imposto il ricorso all’elicottero del 118, che è riuscito a calare il verricello e recuperare la donna in sicurezza. Un’operazione delicata, resa più complessa dalle condizioni del canalone, ma portata a termine con rapidità grazie al coordinamento tra le squadre a terra e l’equipaggio in volo.

Una volta imbragata, la 76enne è stata trasferita in pochi minuti all’ospedale di Verbania, dove i medici hanno diagnosticato fratture e politraumi. La prognosi rimane riservata e sarà necessario attendere le prossime ore per capire l’evoluzione del quadro clinico. La figlia, sotto choc ma illesa, è rimasta accanto alla madre durante il trasporto e ha potuto affidarla alle cure dei sanitari.

L’episodio ha riportato in primo piano un tema che ogni anno si ripresenta con l’arrivo della stagione dei funghi: i rischi legati alla ricerca nei boschi. Terreni coperti da foglie umide, radici invisibili, canaloni nascosti tra la vegetazione possono trasformare in pochi secondi una passeggiata in tragedia. Non si tratta solo di una questione di età o di preparazione fisica: la montagna richiede sempre prudenza e rispetto. Muoversi in coppia, restare su sentieri riconoscibili, valutare con attenzione ogni passaggio, rinunciare quando il pendio appare troppo esposto: sono regole semplici che riducono il rischio.

Gli esperti del Soccorso alpino ricordano anche l’importanza di un equipaggiamento adeguato. Scarpe da montagna con buona aderenza, un bastoncino da trekking, un telefono carico per allertare i soccorsi in caso di emergenza. In questo caso, la lucidità della figlia nel chiamare aiuto ha fatto la differenza, consentendo ai soccorritori di intervenire rapidamente e guadagnare tempo prezioso.

Le montagne dell’Alto Verbano, con i loro boschi fitti e i pendii suggestivi, sono una meta amata da chi cerca funghi. Ma proprio la bellezza di questi ambienti nasconde le insidie maggiori. In luoghi dove l’accesso è complesso e i tempi di recupero dipendono dalla luce e dalle condizioni del terreno, ogni passo deve essere calcolato con attenzione. La caduta della donna di Cursolo ne è una prova drammatica, un monito per chiunque si avventuri in montagna senza sottovalutarne la difficoltà.

Ora la comunità locale attende notizie dall’ospedale, sperando che la donna possa superare le conseguenze di una caduta che poteva costarle la vita. Intanto i soccorritori ribadiscono il messaggio: la montagna è un patrimonio da vivere, ma non perdona leggerezze.

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