AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
09 Settembre 2025 - 15:19
19enne denuncia abusi di gruppo: cinque ragazzi pugliesi indagati per violenza sessuale aggravata
Una vacanza all’estero si è trasformata in un caso giudiziario di enorme delicatezza. Cinque ragazzi, quattro originari di Brindisi e uno del Leccese, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale aggravata di gruppo. La denuncia è stata presentata da una 19enne presso una stazione dei carabinieri in provincia di Treviso, al rientro dal suo soggiorno a Malta, dove i fatti contestati si sarebbero verificati alcune settimane fa.
Secondo quanto dichiarato dalla giovane, il gruppo di ragazzi pugliesi sarebbe stato conosciuto durante le serate trascorse sull’isola. Dopo aver passato del tempo insieme in alcuni locali, la comitiva avrebbe invitato la ragazza nel loro appartamento. È in quel contesto che la 19enne sostiene di aver subito abusi sessuali, consumati – a suo dire – contro la sua volontà. Un aspetto che rende il quadro ancora più inquietante è la circostanza, riportata nella denuncia, che la presunta violenza sarebbe stata ripresa con il cellulare da uno degli indagati.
I cinque giovani respingono con decisione tutte le accuse, sostenendo una versione opposta dei fatti. La loro linea difensiva punta a negare qualsiasi condotta costrittiva e a ridimensionare il racconto della ragazza. Ma la verità giudiziaria dovrà emergere dai riscontri tecnici e dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti.
La procura ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari sia dei ragazzi sia della giovane denunciante. Su questi dispositivi si concentra una parte cruciale delle indagini: i tecnici stanno verificando la presenza di immagini, video, chat o altri elementi che possano confermare o smentire la versione fornita. Un compito delicato che richiede tempo e precisione, dato che proprio le prove digitali potrebbero rappresentare il tassello decisivo per la ricostruzione della vicenda.
Il reato contestato – violenza sessuale di gruppo – è tra i più gravi previsti dal codice penale, con pene severe, aggravate ulteriormente dal coinvolgimento di più persone. La giovanissima età degli indagati e la gravità delle accuse pongono la vicenda sotto i riflettori, accendendo un dibattito che tocca non solo il piano giudiziario, ma anche quello sociale e culturale.
Questo caso si inserisce in una serie di episodi che negli ultimi anni hanno riportato al centro dell’opinione pubblica il tema delle violenze sessuali di gruppo, spesso legate a contesti di divertimento notturno, vacanze o consumo di alcolici. Situazioni che, da occasione di socialità, si trasformano in scenari di sopraffazione. La denuncia della ragazza di Treviso, in questo senso, rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme.
Resta fondamentale, in questa fase, il lavoro della magistratura per verificare con rigore le dichiarazioni e distinguere tra accusa e difesa, senza cedere a semplificazioni o processi sommari. La delicatezza del caso, infatti, richiede prudenza e rispetto per tutte le parti coinvolte, a partire dalla presunta vittima, che ha avuto la forza di presentarsi ai carabinieri per denunciare quanto accaduto.
Parallelamente, l’indagine dovrà accertare se l’eventuale video esista realmente e, in caso affermativo, come sia stato utilizzato. Un’eventuale diffusione di immagini senza consenso configurerebbe ulteriori ipotesi di reato.
La vicenda di Malta mette in evidenza ancora una volta quanto la dimensione digitale sia diventata centrale nelle inchieste legate alle violenze sessuali. Chat, messaggi, foto e filmati non solo documentano abusi, ma rischiano di trasformarli in strumenti di ricatto e ulteriore umiliazione.
Per i cinque ragazzi pugliesi, il futuro giudiziario dipenderà dall’esito degli accertamenti tecnici e dalle valutazioni della procura. Per la giovane denunciante, invece, inizia un percorso complesso di attesa e, probabilmente, di confronto in aula.
In attesa di sviluppi, il caso resta aperto e delicato, specchio di una società in cui la violenza di genere continua a rappresentare una ferita difficile da rimarginare, anche quando si manifesta lontano dai confini nazionali, in contesti apparentemente spensierati come una vacanza.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.