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Cronaca

Barriera di Milano, dopo due anni smantellata la baraccopoli di via Sempione

Transenne e rimozioni restituiscono decoro alla zona, ma restano aperte le questioni di sicurezza e assistenza

Barriera di Milano

Barriera di Milano, dopo due anni smantellata la baraccopoli di via Sempione

Sono serviti due anni di segnalazioni, proteste e richieste continue da parte dei residenti e delle forze politiche locali, ma questa mattina in Barriera di Milano, nel tratto compreso tra via Sempione e via Monte Rosa, si è finalmente arrivati a una soluzione, almeno temporanea. L’area del trincerone, da tempo trasformata in insediamento abusivo, è stata sgomberata alla presenza della Polizia Locale e del personale del Comune di Torino. Subito dopo sono state posizionate transenne per impedire nuove intrusioni e scongiurare il rischio che lo spazio tornasse a trasformarsi in baraccopoli.

Secondo quanto denunciato da tempo dagli abitanti, la presenza dell’uomo che aveva occupato ripetutamente l’area — definito il “solito nomade” — rappresentava un problema serio non solo di decoro urbano, ma anche di igiene e sicurezza. L’episodio più grave risale ai mesi scorsi, quando lo stesso individuo fu ritenuto responsabile dell’incendio di un furgone regolarmente parcheggiato in via Sempione. Un fatto che aveva aumentato la preoccupazione tra chi vive in quella zona, già esasperato da bivacchi, rifiuti e piccoli incendi appiccati per scaldarsi.

Oggi i cittadini tirano un sospiro di sollievo. A sparire, oltre alla baraccopoli, è stata anche la Panda verde lasciata da circa un anno nei paraggi e utilizzata come rifugio da più persone. L’auto, segnalata da tempo come fonte di degrado e percezione di insicurezza, è stata finalmente rimossa. Un segnale atteso da chi, ogni giorno, chiedeva più attenzione per il quartiere.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Valerio Lomanto, ha esultato parlando di “ennesimo traguardo raggiunto” e rivendicando l’impegno costante del suo partito per restituire ordine e decoro anche alle aree periferiche della città. «Non ci gireremo mai dall’altra parte dinanzi a situazioni difficili e complicate come questa», ha dichiarato, sottolineando come anche i quartieri più lontani dal centro meritino la stessa cura e la stessa qualità della vita delle zone centrali di Torino.

Resta però un interrogativo che va oltre la politica di giornata. Lo sgombero ha riportato ordine, ma senza un piano strutturale il rischio è che tutto torni come prima nel giro di pochi mesi. Le transenne non bastano a risolvere il problema sociale che sta alla radice di queste occupazioni: la mancanza di soluzioni abitative per chi vive ai margini, la difficoltà di gestire situazioni di disagio cronico e la scarsità di controlli costanti sul territorio. I cittadini chiedono giustamente sicurezza e pulizia, ma la città dovrà affrontare la questione con strumenti più duraturi.

Per ora la scena è quella di un quartiere che applaude, anche solo per un giorno, alla rimozione di ciò che rappresentava un simbolo di abbandono. Ma dietro l’entusiasmo resta la consapevolezza che il degrado urbano non si cancella con un colpo di spugna: servono politiche più incisive e una strategia di lungo periodo, se davvero si vuole restituire stabilmente a Barriera di Milano il decoro e la tranquillità che i suoi abitanti reclamano da troppo tempo.

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