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Cronaca

Vuelta sotto shock: rubate 18 biciclette del team Visma a Torino, bottino da 400 mila euro

I ladri colpiscono davanti al Novotel di corso Giulio Cesare, tre bici ritrovate in un campo. È il secondo furto in tre giorni e il caso rischia di macchiare l’immagine del grande evento ciclistico

Vuelta sotto shock

Vuelta sotto shock: rubate 18 biciclette del team Visma a Torino, bottino da 400 mila euro

Un colpo da 400 mila euro e una pessima cartolina per Torino e per il Piemonte. Nella notte tra domenica e lunedì, alla vigilia della terza tappa della Vuelta a España 2025, ignoti hanno forzato i furgoni del team Visma Lease a Bike, la squadra del super-favorito Jonas Vingegaard, portando via 18 biciclette professionali custodite nei mezzi parcheggiati davanti al Novotel di corso Giulio Cesare. Tre di queste sono state ritrovate in mattinata in un prato poco distante, ma la maggior parte resta scomparsa.

Il furto arriva proprio nel momento in cui la Vuelta sta vivendo il suo passaggio piemontese, celebrato come una grande occasione di visibilità internazionale, con la vittoria di tappa dello stesso Vingegaard e la conquista della maglia rossa. Eppure, alle prime luci del giorno, i meccanici del team si sono trovati davanti a una scena inattesa: i portelloni forzati e gli alloggiamenti delle bici svuotati.

Il bottino non è solo economico, anche se la cifra stimata — circa 400 mila euro — parla da sola. Ogni bici, del valore di oltre 20 mila euro, rappresenta un concentrato di tecnologia e preparazione su misura per gli atleti. Restare senza il proprio mezzo di gara significa dover ricorrere subito a bici di riserva, con il rischio di compromettere prestazioni e strategie in un grande giro.

Il caso è già finito sul tavolo delle forze dell’ordine. La polizia ha avviato le indagini, raccogliendo immagini dalle telecamere di sorveglianza della zona e verificando eventuali testimoni. La modalità del furto, rapida e mirata, fa pensare a un’azione organizzata e pianificata, con conoscenza diretta del materiale custodito nei furgoni.

Per il Piemonte, che nelle ultime settimane aveva ricevuto apprezzamenti dal direttore della corsa Javier Guillén e persino dal principe Alberto di Monaco, si tratta di un duro colpo di immagine. La Vuelta è un evento che porta migliaia di persone tra atleti, staff e tifosi, oltre a una visibilità mediatica globale. Ritrovarsi a fare i conti con un furto di questa portata significa mostrare al mondo l’altra faccia della medaglia: quella delle fragilità sul fronte della sicurezza.

Non è la prima volta, in questa edizione della corsa spagnola, che i ladri colpiscono. Solo due giorni prima, infatti, il manager della Shimano, Joost Hoetelmans, era stato derubato nei pressi dello J Hotel, tra Torino e Venaria. Dalla sua auto erano sparite una preziosa Pinarello Dogma del valore di 15 mila euro, insieme a valigie, indumenti e computer. Anche in quel caso si era trattato di un colpo mirato, messo a segno approfittando della grande concentrazione di squadre e mezzi in città.

Due episodi ravvicinati che rischiano di incrinare la reputazione del Piemonte come regione ospitante di grandi eventi sportivi. Eppure, la scelta della Vuelta di partire dall’Italia era stata salutata come un successo organizzativo, capace di unire cultura, turismo e ciclismo. Ora le cronache raccontano invece di biciclette rubate e squadre costrette a fare i conti con disagi inattesi.

L’impatto sportivo del furto non è marginale. I ciclisti della Visma, squadra già favorita con Vingegaard in testa, devono affrontare la corsa senza parte del loro parco mezzi. Le biciclette di riserva, pur essendo di alta qualità, non sempre garantiscono la stessa personalizzazione richiesta da atleti di vertice, abituati a materiali tarati sulle proprie caratteristiche fisiche e sul proprio stile di pedalata.

Le indagini proseguono senza sosta, mentre la squadra ha già provveduto a mettere in sicurezza quanto resta del materiale. Si valuta anche il ricorso a nuove forniture per sostituire i mezzi mancanti. Intanto, le autorità locali si trovano costrette a rafforzare i controlli, per evitare che simili episodi possano ripetersi nei prossimi giorni.

La Vuelta in Piemonte, che doveva essere una festa di sport e una vetrina internazionale, rischia così di essere ricordata anche per i furti subiti dalle squadre. Un doppio colpo in tre giorni che solleva interrogativi sulla capacità di garantire la sicurezza a un evento che porta con sé ingenti mezzi tecnici e materiali di alto valore.

La speranza, ora, è che le indagini possano portare a un rapido recupero delle biciclette e all’identificazione dei responsabili. Perché se lo sport è spettacolo e passione, episodi come questo finiscono per macchiare una delle manifestazioni più seguite al mondo. E a Torino, la corsa che doveva rilanciare l’immagine internazionale della città ha vissuto una notte che nessuno avrebbe voluto raccontare.

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