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Cronaca

Undici morti in una settimana, tra polmoniti e i timori che crescono: cosa succede a Santena?

I decessi concentrati tra gli anziani, istituzioni minimizzano ma la comunità resta in allarme

Undici morti in una settimana

Undici morti in una settimana, tra polmoniti e i timori crescono: cosa succede a Santena?

Un paese piccolo, poco più di diecimila abitanti, e un numero di morti che in sette giorni è sembrato insostenibile. È quanto sta accadendo a Santena, alle porte di Torino, dove tra il 16 e il 22 agosto si sono registrati undici decessi, quasi tutti per gravi problemi respiratori riconducibili a forme di polmonite. La maggior parte delle vittime erano ultraottantenni, ma tra loro figurano anche due persone più giovani, di 68 e 72 anni.

Quattro degli undici decessi sono avvenuti in una casa di riposo, alimentando le preoccupazioni tra i residenti. In una comunità di dimensioni contenute, dove ogni lutto si riflette sull’intero paese, la sequenza ravvicinata ha creato sgomento e paura. Le campane hanno suonato troppo spesso a morto, le bacheche funebri non avevano più spazio per i manifesti, i rosari serali in parrocchia hanno ricordato più persone insieme, in scene che a molti hanno riportato alla memoria i giorni più duri della pandemia.

Il parroco del paese, don Giuseppe Zorzan, si trovava in Spagna per il Cammino di Santiago quando è stato raggiunto dai collaboratori preoccupati: la mole di funerali ha reso necessario l’intervento di un altro sacerdote per garantire le celebrazioni. Anche le imprese funebri hanno dovuto fronteggiare un carico inusuale, con turni straordinari per far fronte alla richiesta di esequie.

Le autorità locali invitano a non parlare di emergenza. Il sindaco Roberto Ghio ha parlato di una coincidenza legata anche al forte caldo delle ultime settimane e alla crescente età media della popolazione. Anche i medici di base del territorio sottolineano che, sebbene i numeri possano impressionare, la dinamica rientra in un quadro in cui i soggetti anziani, già fragili, possono soccombere a complicanze respiratorie acuite dalle condizioni climatiche.

Anche gli specialisti dell’ospedale Amedeo di Savoia non ravvisano, al momento, segnali di allarme per un picco anomalo di polmoniti in provincia di Torino. L’attenzione scientifica e sanitaria in Piemonte resta invece concentrata sulla diffusione del virus West Nile, che sta impegnando strutture ospedaliere e centri di ricerca.

Ma per i cittadini di Santena, che in pochi giorni hanno visto moltiplicarsi funerali e rosari, le rassicurazioni non bastano. La percezione è quella di un fenomeno che ha assunto proporzioni eccezionali. Troppi anziani colpiti, troppi addii ravvicinati. E la comunità, inevitabilmente, si chiede se davvero tutto questo sia frutto del caso.

Il contesto aggiunge peso ai dubbi: a Torino, intanto, l’arcivescovo emerito Cesare Nosiglia, 81 anni, è ricoverato da inizio agosto al Gradenigo per una polmonite. La coincidenza accresce la sensazione che i problemi respiratori siano oggi un fronte fragile, soprattutto per gli anziani, anche se i medici invitano a guardare ai dati e non solo alle percezioni.

A Santena resta dunque un paradosso: da un lato le istituzioni minimizzano, dall’altro i cittadini si ritrovano a vivere un clima di inquietudine, fatto di campane che suonano, funerali che si susseguono e un senso di vulnerabilità diffuso. In un territorio che ricorda ancora bene il peso della pandemia, la ripetizione ravvicinata dei lutti non può che far nascere domande e richieste di chiarezza.

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