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Nuovi casi di West Nile in Piemonte: ricovero ad Alessandria e guarigione a Biella

Un uomo alessandrino contagiato dopo un soggiorno a Cogoleto e una 72enne dimessa dall’ospedale di Ponderano

Nuovi casi West Nile in Piemonte

Nuovi casi West Nile in Piemonte (foto di repertorio)

Il virus West Nile torna a far parlare di sé in Piemonte, con due nuovi episodi che hanno coinvolto le province di Alessandria e Biella.

Un cittadino alessandrino è stato ricoverato all’ospedale Santi Antonio e Biagio dopo essere risultato positivo all’arbovirosi. L’uomo aveva soggiornato a Cogoleto (Genova) per due periodi, dal 28 luglio al 5 agosto e dall’8 al 18 agosto, in visita a un parente. È stato lo stesso sindaco di Cogoleto, Paolo Bruzzone, a darne notizia attraverso un post sui social, spiegando di essere stato informato dall’Asl3 di Genova. L’ospedale di Alessandria ha confermato il ricovero, specificando che «si tratta di un caso importato di West Nile, malattia contratta fuori Regione».

Il primo cittadino ligure ha voluto anche rassicurare la cittadinanza: «Augurandogli una rapida guarigione, ricordo che la maggior parte dei casi (circa l’80%) dei colpiti risulta asintomatico e che, a differenza di altri virus, la febbre West Nile non si trasmette da persona a persona ma attraverso puntura di zanzara a sua volta infetta». Bruzzone ha precisato che nel periodo di incubazione l’alessandrino non ha soggiornato solo a Cogoleto e che non sono noti i suoi spostamenti precisi in città. «Potrebbe anche non risultare il luogo dell’effettivo contagio: ma in via precauzionale e come previsto da protocollo – sottolinea – è stata ovviamente avviata la procedura per la disinfestazione».

Diverso l’episodio registrato a Biella, dove una donna di 72 anni residente a Magnonevolo è stata dimessa dall’ospedale di Ponderano dopo settimane di cure per un’infezione da West Nile. Le sue condizioni erano state definite inizialmente preoccupanti per i sintomi manifestati, come febbre alta, nausea, sonnolenza e spossatezza. Il quadro clinico è però migliorato progressivamente fino al ritorno a casa, dove la donna dovrà osservare un periodo di convalescenza.

Secondo quanto riferito dalla famiglia, anche la figlia della 72enne avrebbe manifestato sintomi simili, seppur più lievi e senza bisogno di ricovero. Le autorità sanitarie stanno valutando se si sia trattato effettivamente di un secondo contagio da West Nile o di un diverso malessere. Al momento resta confermato solo il caso della donna, l’unico noto nella provincia di Biella.

Il Ministero della Salute ricorda che il virus, presente in Italia dal 2008, è costantemente monitorato attraverso bollettini aggiornati e che i casi aumentano ciclicamente nel periodo estivo. La vicenda di Alessandria e Biella conferma come il Piemonte non sia immune al diffondersi della malattia, trasmessa esclusivamente dalle zanzare infette.

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