AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
04 Agosto 2025 - 11:29
Lasciano il figlio di 10 anni all’aeroporto per non perdere il volo: genitori bloccati dalla polizia (foto di repertorio)
Il passaporto è scaduto, ma il volo non può aspettare. Così due genitori hanno preso una decisione che ha sconvolto passeggeri e autorità: lasciare il figlio di dieci anni da solo in aeroporto per potersi imbarcare e partire in vacanza con l’altro figlio, più piccolo. È accaduto nel terminal partenze dell’aeroporto El Prat di Barcellona, una vicenda che sembra uscita da una fiction, e invece è un caso reale e gravissimo di presunto abbandono di minore, ora sotto la lente dei servizi sociali spagnoli.
La famiglia, secondo quanto riferito dall’emittente Antena 3, era composta da madre, padre e due figli: uno di dieci anni, l’altro di appena tre. Tutti e quattro dovevano imbarcarsi per una vacanza all’estero, ma al momento dei controlli è emerso che il passaporto del figlio maggiore era scaduto. La legge spagnola – come quella italiana – è chiara: senza documenti validi, un minore non può viaggiare, neppure con i genitori. Di fronte all’impossibilità di far partire il bambino, la coppia ha fatto una scelta che ha lasciato sotto shock anche la polizia aeroportuale: sono saliti sull’aereo senza di lui, lasciandolo in un bar dell’area partenze, promettendo che un parente lo avrebbe raggiunto più tardi.
Ad accorgersi del bambino, spaesato e seduto da solo, è stata un’addetta dell’aeroporto, che gli ha chiesto cosa stesse facendo lì. La risposta è stata spiazzante: «I miei genitori sono andati in vacanza, io resto qui». La donna ha immediatamente allertato le forze dell’ordine, e la polizia ha bloccato il volo, già in fase di imbarco. Ne è seguita una breve ma caotica operazione: gli agenti sono saliti a bordo, mentre i due genitori tentavano di nascondersi, ignorando gli appelli del comandante e cercando di evitare il confronto. Ma sono stati identificati e fatti scendere, poi accompagnati in commissariato per essere interrogati.
L’ispettore Serafín Giraldo, portavoce delle forze dell’ordine locali, ha spiegato che la coppia non si è sentita in colpa: «Secondo loro, non si trattava di abbandono. Avevano chiamato un fratello maggiore per venire a prendere il bambino, quindi ritenevano che si trattasse solo di una separazione temporanea». Una versione che non ha convinto gli inquirenti, e che ha spinto le autorità a trasmettere il caso ai servizi sociali, per valutare l’idoneità genitoriale della coppia.
Ora l’intero nucleo familiare è sotto esame. Il minore è stato preso in carico dalle strutture di assistenza, e gli assistenti sociali dovranno stabilire se i genitori siano ancora in grado di garantire la tutela dei figli. La questione non è solo legale, ma profondamente etica: quanto vale una vacanza, se per partire si arriva a lasciare un figlio da solo in aeroporto?
Il caso, già definito «sconvolgente» dai media spagnoli, ha suscitato una forte reazione dell’opinione pubblica, tra sdegno, incredulità e amarezza. Sui social si moltiplicano i commenti indignati: c’è chi parla di “egoismo genitoriale senza limiti”, chi invoca la revoca della patria potestà, chi ricorda altri episodi simili – come quello recente accaduto in Nuova Zelanda, dove una madre ha nascosto la figlia di due anni dentro una valigia per farla salire su un autobus.
In Europa, il tema dell’abbandono temporaneo dei minori viene trattato con estrema severità: la sola assenza di un adulto di riferimento in un luogo pubblico può configurare reato, a prescindere dalle intenzioni. E nel caso di Barcellona, non esiste un solo elemento che possa giustificare una scelta del genere: né un’emergenza improvvisa, né un impedimento logistico. Solo l’ansia di non perdere un volo – e quindi la vacanza – ha prevalso sulla cura e sulla responsabilità verso un figlio.
Il comportamento della coppia, che avrebbe potuto semplicemente rinunciare o posticipare la partenza, è stato giudicato incompatibile con l’esercizio della genitorialità responsabile. Eppure, secondo quanto riportato da Antena 3, la donna avrebbe insistito nel difendere la propria scelta, spiegando di aver “agito d’impulso”, e ribadendo che il fratello del bambino si sarebbe occupato di lui “entro pochi minuti”. Anche su questo punto ci sarebbero però forti dubbi: nessun familiare si è presentato in aeroporto prima dell’intervento della polizia.
Ora si attende il parere del tribunale minorile e del Dipartimento per la protezione dell’infanzia della Generalitat catalana, che dovrà decidere se i bambini possono tornare con i genitori o se sarà necessario un affido temporaneo. È probabile che venga aperta anche un’indagine per violazione del codice penale spagnolo sull’abbandono di minori, con possibili risvolti penali per la coppia.
Una storia che interroga non solo la giustizia, ma la coscienza collettiva. Perché abbandonare un bambino in un terminal – dove ogni rumore è anonimo, ogni volto è di passaggio, ogni minuto è pieno di incertezze – non è mai un gesto neutro o temporaneo. È una frattura nella fiducia, un tradimento della cura, un sintomo di qualcosa di molto più profondo: la progressiva rottura tra l’idea di genitorialità e il senso della responsabilità.
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.