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Cronaca

Quincinetto: escursionista cade nel vallone di Scalaro

Ferita e disorientata vicino a un torrente, è stata recuperata in una zona impervia; nello stesso giorno altro intervento a Traversella sul Chiusella

Quincinetto

Quincinetto, escursionista cade nel vallone di Scalaro (foto archivio)

Ha perso il sentiero principale mentre camminava nel vallone di Scalaro, sopra Quincinetto, e si è ritrovata sola, ferita, in una zona scoscesa a pochi metri da un torrente di montagna. Per fortuna, l’allarme è scattato in tempo e i tecnici del Soccorso Alpino hanno potuto intervenire con tempestività, evitando che l’ennesima escursione finita male si trasformasse in tragedia. La donna, stabilizzata sul posto, è stata imbarcata con verricello su un elicottero e trasportata in ospedale: ha riportato un politrauma, ma non è in pericolo di vita.

Il luogo dell’incidente non è tra i più battuti, ma è noto per la sua asprezza morfologica. Il vallone di Scalaro, incastonato tra le pendici alpine sopra Quincinetto, è attraversato da sentieri ripidi, spesso mal segnalati, che diventano insidiosi soprattutto in caso di scarsa visibilità o stanchezza. L’escursionista, secondo quanto ricostruito dai soccorritori, avrebbe abbandonato il tracciato principale per errore, finendo in un tratto particolarmente impervio, dove ha perso l’equilibrio, scivolando per diversi metri tra rocce e vegetazione. La caduta, violenta, si è arrestata vicino a un corso d’acqua.

L’allarme è stato lanciato in tempo e sul posto sono arrivati i tecnici della dodicesima delegazione del Soccorso Alpino canavesano, insieme all’equipe medica del 118 e al tecnico di elisoccorso. Stabilizzare la donna non è stato semplice, data la zona impervia e la necessità di metterla in sicurezza rapidamente. Una volta imbarellata, è stata trasportata a spalla fino a un punto più aperto, dove l’elicottero ha potuto verricellarla a bordo. L’intervento, durato diverse ore, si è concluso con il trasferimento in ospedale, dove la paziente è ora sotto osservazione.

Ma non è stato l’unico intervento della giornata per i tecnici del Soccorso Alpino. Sempre ieri, nel pomeriggio, un giovane escursionista è rimasto ferito lungo il torrente Chiusella, nel territorio di Traversella, altra zona molto frequentata durante l’estate. Anche in questo caso, si è trattato di un incidente in un’area difficilmente accessibile, lungo le rive del fiume. Il ragazzo, che si sarebbe procurato un trauma a un arto, è stato raggiunto dai soccorritori, stabilizzato sul posto e poi trasportato in ambulanza all’ospedale di Ivrea.

Due episodi distinti, ma con un comune denominatore: la fragilità dell’escursionismo non preparato. Ogni estate le montagne piemontesi sono teatro di incidenti che troppo spesso nascono da distrazioni banali, scelte avventate o semplicemente da una sopravvalutazione delle proprie capacità fisiche. Il Soccorso Alpino lo ripete da anni: anche le gite di mezza giornata richiedono pianificazione, cartografia aggiornata, abiti adeguati, e soprattutto la consapevolezza dei limiti propri e dell’ambiente circostante.

Il vallone di Scalaro, pur non essendo una meta turistica di massa, è frequentato da escursionisti esperti e appassionati della Valle Dora Baltea. Ma proprio la sua natura selvaggia, che lo rende affascinante, ne aumenta il potenziale rischio per chi si avventura senza preparazione o senza riferimenti. In molti tratti il sentiero si confonde con tracce secondarie e, in assenza di segnaletica chiara, è facile perdere l’orientamento.

D’altra parte, anche zone come Traversella e il Chiusella, con i loro scorci naturali e punti di balneazione, attraggono centinaia di ragazzi ogni fine settimana, spesso senza l’attrezzatura o la prudenza necessaria. Non è raro che infortuni apparentemente minori, come distorsioni o slogature, richiedano comunque l’intervento del Soccorso Alpino, dato che l’accesso per le ambulanze è impossibile.

Il lavoro dei tecnici delle delegazioni canavesane, sempre in prima linea e attivi in ogni stagione, resta un presidio fondamentale per garantire sicurezza in montagna. Ma non può sostituire il buon senso di chi parte per un’escursione. In questi ultimi mesi, il numero degli interventi è in aumento, a dimostrazione del fatto che la montagna non perdona l’improvvisazione.

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