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Cronaca

Tragedia a Chamois: ecco chi è Gaia Mangolini, vittima dell'incidente in parapendio

La giovane ha 24 anni ed è di Strambino: il paese è sotto shock

Tragedia a Chamois: ecco chi è Gaia Mangolini, vittima dell'incidente in parapendio

Tragedia a Chamois: ecco chi è Gaia Mangolini, vittima dell'incidente in parapendio

Non si può morire così. Non a 24 anni. Non mentre insegui il vento.

Gaia Mangolini lo aveva scelto il cielo, come sfida e come rifugio. Aveva scelto le nuvole, il silenzio delle vette, la libertà sospesa tra le Alpi. E invece il cielo l’ha tradita.

Domenica pomeriggio, 3 agosto. Erano le 15 circa quando, a Chamois, in Valtournenche, quel volo in parapendio si è trasformato in tragedia. Secondo i primi racconti, durante una manovra Gaia avrebbe perso il controllo e sarebbe precipitata. I soccorritori del 118, il Soccorso Alpino Valdostano e la Guardia di Finanza di Cervinia sono arrivati in pochi minuti, ma non c’è stato nulla da fare. L’hanno rianimata, ci hanno provato, ma la sua vita era già scivolata via.

Gaia Mangolini, 24 anni, di Strambino

Chi era Gaia Mangolini?

Una giovane donna piena di energia. Originaria di Strambino, lavorava accanto alla madre Rossana e alla sorella Marta nello Studio Parrucchieri Rossana di via del Cotonificio. Chi passa da lì, su Instagram, può ancora vedere i video spensierati: tagli di capelli, risate, giornate normali vissute con amore e professionalità. Un lavoro fatto di relazioni, di ascolto, di bellezza da restituire.

Ma Gaia non era solo il sorriso dietro il bancone. Era sportiva, dinamica, piena di passioni. In passato aveva praticato atletica in diverse associazioni locali. Correva, volava già allora. E forse, un po’, non ha mai smesso di correre verso l’alto. Fino a scegliere il parapendio. Fino a quel giorno maledetto.

A Strambino, la notizia ha lasciato un vuoto profondo. La sindaca Sonia Cambursano, commossa, ha parlato di perdita grave, di tragedia per tutto il paese. Un paese dove la famiglia è molto conosciuta, stimata, e che ora si ritrova a fare i conti con un’assenza troppo ingombrante, con un dolore che non ha parole.

Oltre alla mamma e alla sorella, Gaia lascia anche il papà Maurilio, che lavora in paese nel panificio Rista e il fratello Federico.

A Strambino lo sgomento è palpabile. I messaggi di cordoglio si moltiplicano, come i ricordi. “Gaia era solare”, dicono. “Sempre gentile, disponibile, con quella luce negli occhi”. 

Intanto, le autorità stanno cercando di ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente per risalire alle cause che avrebbero portato alla repentina chiusura della vela. 

I testimoni presenti al momento dell’evento sono già stati ascoltati. Le ipotesi iniziali parlano di una raffica improvvisa, un mutamento brusco e inatteso del vento che avrebbe innescato il parziale collasso del parapendio, rivelatosi fatale.

La giovane si era recata a Chamois insieme ad altri sportivi per spiccare il volo dal Col Falinère, situato a 2500 metri di altitudine.

In quel punto, accanto al terminale dell’ultima seggiovia, si apre un ampio prato utilizzato come punto di decollo, riconoscibile anche per la presenza della manica a vento.

Chi sceglie di partire da lì ha solitamente due principali mete per l’atterraggio: una nei pressi di Antey-Saint-André, ai piedi del suggestivo altopiano noto per essere privo di traffico automobilistico, l’altra in prossimità del lago di Chamois, una cinquantina di metri più in alto rispetto allo specchio d’acqua, a circa 2050 metri di quota.

Per il via libera ai funerali di Gaia Mangolini bisognerà attendere la decisione della procura di Aosta: una volta ricevuto il nulla osta dal magistrato, potranno essere fissati.

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