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Rissa tra tavolini in centro, la questura chiude il locale per un mese

Scontro tra cittadini extracomunitari porta alla sospensione della licenza per 30 giorni, misura per garantire sicurezza

Rissa ad Asti

Rissa tra tavolini in centro ad Asti, la questura chiude il locale per un mese

Una serata ordinaria nel centro di Asti si è trasformata in una scena da allarme pubblico. Una rissa scoppiata tra i tavolini di un locale in via Cavour, nel cuore della città, ha spinto le autorità a intervenire con decisione. La questura, richiamandosi all’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, ha disposto la chiusura temporanea dell’esercizio per un periodo di trenta giorni.

I fatti, ripresi da diversi testimoni presenti sul posto, hanno immediatamente sollevato preoccupazione tra i residenti e i passanti, alimentando un clima di tensione che ha richiesto una risposta rapida e incisiva. A scatenare il caos sarebbero stati alcuni cittadini extracomunitari, anche se le indagini sono ancora in corso per chiarire dinamica e responsabilità. Le immagini circolate in rete e sui gruppi locali hanno mostrato una scena di violenza incontrollata, con tavolini rovesciati, urla, spintoni e interventi tardivi nel tentativo di separare i coinvolti.

La decisione delle forze dell’ordine non si è fatta attendere. Il provvedimento, seppur temporaneo, ha un impatto forte: non solo sospende l’attività economica del locale, ma lancia un messaggio netto sulla gestione dell’ordine pubblico. Il testo dell’articolo 100 consente infatti la sospensione della licenza in presenza di episodi ritenuti pericolosi per la serenità collettiva, ed è stato applicato in questo caso proprio per la gravità della situazione e per il rischio che simili comportamenti si ripetano.

Il quartiere coinvolto non è un’area marginale della città: via Cavour è una delle arterie più frequentate di Asti, crocevia tra residenti, turisti e locali pubblici. Che un episodio del genere si sia verificato in una zona centrale ha amplificato l’effetto destabilizzante sulla cittadinanza. Le autorità, con questa misura, vogliono ristabilire una condizione di sicurezza reale e percepita, a beneficio non solo dei frequentatori del locale ma dell’intero tessuto urbano.

La chiusura dell’attività non è da intendersi come una mera punizione al titolare, ma come un’azione preventiva, per garantire che episodi simili non trovino terreno fertile. Il locale in questione non era nuovo a segnalazioni, ma mai prima d’ora si era arrivati a una tale escalation. La questura ha precisato che saranno avviati controlli più frequenti su altre attività a rischio della zona e che verrà monitorato il ritorno alla normalità anche una volta scaduto il provvedimento.

Questa vicenda riaccende anche il dibattito sul ruolo degli esercizi pubblici nella gestione dell’ordine urbano. Se da un lato è ingiusto criminalizzare l’intera categoria dei gestori, dall’altro è necessario pretendere che ogni locale sia consapevole del proprio impatto sul decoro e sulla sicurezza cittadina. La convivenza civile passa anche attraverso la vigilanza all’interno degli spazi pubblici e commerciali.

Intanto ad Asti resta alta l’attenzione, e le autorità assicurano che nessun episodio violento sarà sottovalutato. La chiusura del locale in via Cavour potrebbe rappresentare un segnale di svolta, a condizione che sia seguita da un lavoro costante su prevenzione, controllo e responsabilità condivisa tra istituzioni, commercianti e cittadini.

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Commenti all'articolo

  • Serenissima

    28 Luglio 2025 - 13:38

    Ri-istituire il reato di evasione fiscale, espulsione di comunitari e extracomunitari per reati penali e civili con perdita di eventuale cittadinanza (se ottenuta) e sequestro dei beni mobili e immobili. Divieto permanente di rientro in territorio nazionale. Segnalazione reato a livello comunitario e internazionale. Nessuna responsabilità su eventuali sanzioni della nazione d'origine.

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