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Cronaca

L’ex portiere di Roma e Lecce piange la scomparsa del figlio 15enne

L'addio straziante dell'ex portiere a suo figlio Enzo: una battaglia coraggiosa e l'amore di una famiglia unita

L’ex portiere di Roma

L’ex portiere di Roma e Lecce piange la scomparsa del figlio 15enne

È un dolore senza risposte, quello che ha colpito in queste ore l’ex portiere della Roma Julio Sergio Bertagnoli. Suo figlio Enzo, appena quindici anni, è morto dopo cinque anni di battaglia contro un tumore. Un percorso lungo, estenuante, segnato da ricoveri, speranze, silenzi e coraggio. La notizia è arrivata attraverso un post semplice e devastante: uno sfondo nero, due date, la nascita e la morte del ragazzo. Nessun commento. Solo la cruda, immobile certezza dell’assenza.

Julio Sergio, che oggi allena in Brasile ma che Roma non ha mai dimenticato, aveva condiviso soltanto poche ore prima un aggiornamento sulle condizioni del figlio, ricoverato in coma farmacologico. “La situazione è irreversibile”, aveva scritto nelle storie Instagram, ringraziando il personale sanitario e sottolineando che, almeno, il ragazzo era “in pace, sedato, circondato dalla sua famiglia e senza dolore”.

Enzo era nato a Roma nel 2009, negli anni in cui suo padre difendeva la porta giallorossa. La Capitale l’ha visto crescere, frequentare le scuole, tifare Roma. Era legatissimo al mondo del calcio e al padre, con cui condivideva l’amore per lo sport e per i colori giallorossi. Poi la malattia, che si è presentata troppo presto, strappando alla vita un adolescente che aveva ancora tutto davanti. Una malattia tenace, che Enzo ha affrontato da guerriero, come ha sempre raccontato il padre, senza mai perdere la dignità e il sorriso.

Julio Sergio, ex portiere della Roma

L’ex portiere, considerato da molti un simbolo di professionalità e discrezione, ha sempre vissuto con pudore e riservatezza questa lunga prova, affidandosi solo di rado ai social. Ieri, però, ha scelto di raccontare l’irreversibilità della situazione. Un gesto che sembrava già un addio. "Enzo è in coma indotto... ma è sereno, non ha dolore, è con noi". Poche parole, ma che raccontavano tutto. Il senso di impotenza, il bisogno di condividere, la voglia di trattenere per sempre il ricordo di quel figlio tanto amato.

La notizia della scomparsa ha toccato profondamente il mondo del calcio. In queste ore si susseguono i messaggi di cordoglio da parte di ex compagni di squadra, società, tifosi. La AS Roma, a cui Julio Sergio ha regalato alcune delle pagine più intense della sua carriera – memorabile la sua partita da infortunato contro il Genoa nel 2009, quando restò in campo per non abbandonare i compagni – non ha fatto mancare il proprio affetto. Sui social, moltissimi tifosi hanno espresso vicinanza a quello che per molti era e resta “l’eroe silenzioso” della Roma di Ranieri.

La morte di un figlio è un trauma che non ha misura né parole. Lo sa bene chi ci è passato, lo intuisce chi osserva da fuori. Ma la morte di Enzo, così giovane, così amato, così lottatore, ha un peso che va oltre la cronaca. È la storia di un adolescente che ha saputo affrontare una delle prove più dure della vita, e di una famiglia che ha saputo non lasciarlo mai solo, nemmeno negli ultimi, strazianti giorni.

Julio Sergio, nei suoi pochi e dolenti post, non ha chiesto nulla. Solo silenzio e rispetto. Oggi più che mai, l’unica cosa da fare è onorare quella richiesta.

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