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Cronaca
16 Luglio 2025 - 09:41
Trappola su sito di incontri, 23enne rapinato con un coltello e costretto a spogliarsi
Una notte da incubo, iniziata come un incontro tra adulti consenzienti e trasformata in una violenta rapina premeditata, si è consumata lo scorso 26 aprile a Torino, nel quartiere Vanchiglia. Un ragazzo di 23 anni, residente in città, è stato attirato in una trappola via web, finendo minacciato con un coltello, costretto a spogliarsi, a consegnare cellulare e bancomat e ad accompagnare i suoi aguzzini in giro per prelevare denaro.
L’episodio è emerso grazie all’inchiesta dei Carabinieri della Stazione di Torino Po Vanchiglia, che nei giorni scorsi hanno eseguito due misure cautelari in carcere nei confronti dei presunti autori: una donna torinese di 46 anni e un giovane di 20, entrambi già detenuti per altre cause. L’ordinanza, firmata dalla Sezione GIP del Tribunale di Torino, arriva a conclusione di settimane di indagini condotte con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza e delle dichiarazioni della vittima.
Secondo quanto ricostruito, la donna aveva adescato il ragazzo su un sito di incontri, proponendogli un appuntamento nella propria abitazione per una prestazione sessuale concordata. Una volta arrivato, il 23enne ha trovato in casa anche un secondo individuo, armato di coltello da cucina, pronto a mettere in atto il piano. Il giovane è stato minacciato e costretto a cedere ogni bene in suo possesso: il cellulare, la carta bancomat, ma anche i vestiti e le scarpe.
Ma non finisce qui. I due lo hanno obbligato a seguirli presso due sportelli bancomat della zona. Il primo era fuori servizio. Al secondo, il 23enne ha effettuato un prelievo di 900 euro, che è stato immediatamente sottratto. Soltanto dopo essere stato spogliato, derubato e umiliato, è stato lasciato libero per strada.
I militari dell’Arma, grazie a una meticolosa attività investigativa, hanno identificato entrambi gli aggressori, riscontrando tra l’altro che il 20enne risultava già destinatario di un foglio di via emesso dal Questore di Torino, misura che avrebbe dovuto impedirgli di trovarsi in città. Il provvedimento di custodia cautelare, a carico dei due soggetti, è stato eseguito direttamente in carcere, dove erano già detenuti per altri reati.
Il caso solleva ancora una volta il tema delle trappole online, sempre più diffuse nei contesti urbani, dove l’incontro virtuale si trasforma in aggressione fisica, spesso difficile da denunciare per l’umiliazione subita dalle vittime. In questo caso, però, il giovane ha trovato il coraggio di raccontare tutto, consentendo agli investigatori di chiudere il cerchio e assicurare alla giustizia i responsabili.
La Procura di Torino sottolinea che siamo ancora in fase di indagini preliminari, e che per entrambi gli arrestati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Tuttavia, la gravità dell’episodio, la dinamica organizzata e la violenza psicologica esercitata sulla vittima delineano un quadro inquietante di criminalità metropolitana in cui i ruoli si confondono e la fiducia diventa vulnerabilità.
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