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Cronaca

Il figlio dell’assessore al centro della bufera: nel 2021 lo scontro con gli anarchici, oggi l’inchiesta su Avanguardia Torino

Carlo Vignale, 21 anni, già coinvolto in un parapiglia durante un banchetto di Fratelli d’Italia, è tra gli indagati per esaltazione del fascismo. Il passato riaffiora mentre il ROS sequestra la sede del movimento

Il figlio dell’assessore al centro della bufera: nel 2021 lo scontro con gli anarchici, oggi l’inchiesta su Avanguardia Torino

Il figlio dell’assessore al centro della bufera: nel 2021 lo scontro con gli anarchici, oggi l’inchiesta su Avanguardia Torino

Era il 13 febbraio 2021 quando in via Garibaldi a Torino, in pieno centro, un banchetto informativo di Fratelli d’Italiavenne preso di mira da un gruppo di militanti anarchici. Quel giorno, tra i presenti al gazebo del partito c’erano anche due attivisti che oggi risultano tra gli indagati nell’inchiesta condotta dai Carabinieri del ROS su Avanguardia Torino, il movimento finito nei giorni scorsi al centro di un’indagine per presunta esaltazione del fascismo e del nazismo. Tra loro spicca il nome di Carlo Vignale, oggi ventunenne, figlio di Gian Luca Vignale, assessore regionale al Patrimonio della giunta piemontese guidata da Alberto Cirio. L’altro giovane coinvolto all’epoca ha poco più di trent’anni.

Quell’episodio del 2021, apparentemente secondario, è tornato oggi alla ribalta proprio per i legami che mostra tra ambienti dell’estrema destra giovanile e contesti politici istituzionali. Entrambi gli attivisti figuravano all’epoca come militanti di Fratelli d’Italia e furono coinvolti – in qualità di “persone offese” – in un processo che si è celebrato nei mesi scorsi presso il Tribunale di Torino.

Secondo quanto ricostruito in aula, gli antagonisti anarchici, durante la manifestazione spontanea di protesta, si avvicinarono al banchetto allestito per la propaganda di Fratelli d’Italia, afferrarono alcune bandiere del partito e si diedero alla fuga. I due militanti – Vignale e l’altro trentenne – li inseguirono per alcune decine di metri nel centro cittadino, cercando di recuperare i vessilli. Ne nacque un parapiglia violento: stando al capo d’imputazione, i due vennero colpiti con un lucchetto a U da bicicletta, usato come corpo contundente. Entrambi riportarono ferite alla testa.

Il processo si è concluso il 28 marzo 2024 con la condanna dei due imputati – difesi dall’avvocato Claudio Novaro, storico legale di riferimento in ambito libertario – a otto e dodici mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. I giudici hanno ritenuto di derubricare l’accusa iniziale di rapina a tentata rapina, ritenendo che il gesto fosse sì violento ma non finalizzato all'appropriazione stabile dei beni. È stata inoltre concessa l’attenuante del danno patrimoniale di lieve entità, in considerazione del valore economico irrisorio delle bandiere sottratte e subito recuperate.

Questo episodio giudiziario, rimasto finora poco noto al grande pubblico, assume oggi un significato diverso alla luce dell’inchiesta della Procura di Torino e del ROS che il 7 luglio 2025 ha portato al sequestro della sede di Avanguardia Torino, nota come Edoras e situata in via Tibone 2. Le accuse nei confronti del gruppo – che si autodefinisce "patriottico, identitario e militante" – sono gravi: si va dalla propaganda e istigazione all’odio razziale, fino alla violazione della legge Scelba del 1952 per manifestazioni fasciste.

Le indagini documentano l’organizzazione di eventi e concerti a cui avrebbero partecipato anche figure dell’estrema destra europea, con saluti romani, simbologie neonaziste e contenuti inneggianti alla violenza contro migranti, ebrei e oppositori politici. Ed è proprio in questo contesto che la figura di Carlo Vignale, legato da vincoli familiari alla politica regionale piemontese, torna a far discutere. Sebbene non siano ancora emersi capi di imputazione specifici a suo carico, il suo nome appare nell’elenco degli indagati.

avanguardia

Lui stesso, in diverse occasioni, ha rivendicato la sua partecipazione alle attività culturali e associative del gruppo, definendo “strumentali e ingiuste” le accuse mosse all’organizzazione. La famiglia Vignale, al momento, ha scelto la via del silenzio. Ma il caso è destinato ad avere ripercussioni anche a livello politico, vista la posizione del padre all’interno della giunta Cirio.

In attesa degli sviluppi dell’inchiesta, resta il dato politico: quella contrapposizione frontale tra giovani attivisti di estrema destra e militanti anarchici, esplosa fisicamente in un pomeriggio del 2021, era solo la punta di un iceberg ben più profondo. Un iceberg che oggi le indagini stanno provando a far emergere completamente.

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