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Cronaca

Abusivismo bancario, falso e 300 milioni movimentati: chiesto il processo per Massimo Segre e altre 16 persone

La Procura di Torino punta il dito contro la vecchia gestione di Directa Sim: indagini chiuse e rinvio a giudizio per presunte attività bancarie svolte senza autorizzazione

Abusivismo bancario, falso e 300 milioni movimentati: chiesto il processo per Massimo Segre e altre 16 persone

Abusivismo bancario, falso e 300 milioni movimentati: chiesto il processo per Massimo Segre e altre 16 persone

Nuove nubi giudiziarie si addensano su Massimo Segre, il finanziere torinese finito sotto i riflettori un anno fa per la celebre rottura pubblica con la sua ex compagna Cristina Seymandi. Questa volta però al centro dell’attenzione non c’è il gossip, ma una pesantissima inchiesta per abusivismo bancario e falso in bilancio, che ha già portato la Procura della Repubblica di Torino a chiedere il rinvio a giudizio per 17 persone, tutte legate alla vecchia gestione di Directa Sim, società di intermediazione mobiliare fondata dallo stesso Segre.

Le accuse riguardano attività bancarie svolte senza le necessarie autorizzazioni, in particolare l’intermediazione e la gestione di fondi istituzionali per un valore complessivo che, tra il 2019 e il 2023, ammonterebbe a circa 300 milioni di euro l’anno. I soldi della clientela istituzionale sarebbero stati utilizzati, secondo la tesi dell’accusa, per finanziare altri istituti bancari in difficoltà, con tassi di interesse superiori a quelli riconosciuti ai depositanti.

Massimo Segre

Le indagini, avviate in seguito ad accertamenti antiriciclaggio e ad un’ispezione della Banca d’Italia, hanno portato alla luce operazioni finanziarie non compatibili con il profilo di una società autorizzata a operare come Sim, ma non come banca. L’attività contestata, secondo quanto emerge dagli atti della Procura, sarebbe stata condotta in modo sistematico e strutturato, ma priva delle necessarie licenze previste dal Testo Unico Bancario.

L’accusa di falso in bilancio non riguarda numeri o cifre presenti nel conto economico o nello stato patrimoniale, ma l’omessa comunicazione di queste operazioni non autorizzate all’interno dei documenti ufficiali della società. Una condotta omissiva che, se accertata, costituirebbe comunque reato.

In risposta, Directa Sim ha diramato un comunicato ufficiale in cui respinge ogni accusa e rivendica la correttezza del proprio operato. La società ha sottolineato che le attività oggetto dell’indagine sono cessate da tempo e che nessuna ricaduta si è verificata su clienti o servizi offerti, come dimostrerebbero i risultati economici del 2024 e dei primi mesi del 2025. Inoltre, fa notare che il numero degli imputati è già sceso da 25 a 17, segno – secondo la tesi difensiva – di una ricostruzione accusatoria che si sta via via ridimensionando.

Resta il fatto che il giudice per l’udienza preliminare dovrà ora valutare se mandare a processo l’intero gruppo di imputati, tra cui numerosi ex membri del consiglio di amministrazione e dirigenti di primo piano dell’azienda.

Il procedimento, se confermato, potrebbe diventare uno dei casi più rilevanti a livello nazionale in tema di regolamentazione dei mercati finanziari, soprattutto perché riguarda una realtà che si è sempre proposta come pioniera del trading online italiano.

Nel frattempo, Segre – da imprenditore a figura pubblica per le sue vicende sentimentali finite sulla bocca di tutti – torna al centro della scena, ma questa volta con un’accusa che non ha nulla di spettacolare e tutto di tecnico, potenzialmente devastante per l’immagine costruita negli anni.

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