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Cronaca
02 Luglio 2025 - 11:37
Arrestato il 60enne “molesto” di Settimo: finisce in carcere dopo mesi di caos
Per settimane, se non mesi, è stato l’incubo silenzioso della città. Un uomo di 60 anni, residente a Settimo Torinese, ha collezionato una lunga serie di reati e comportamenti violenti, tanto da far parlare di una vera e propria escalation fuori controllo. Ora, finalmente, la spirale sembra essersi interrotta. I Carabinieri della Tenenza di Settimo, dopo il via libera della Procura di Ivrea, lo hanno arrestato e trasferito nel carcere di Ivrea, ponendo fine – almeno per il momento – a una vicenda che aveva ormai superato ogni soglia di tollerabilità.
La misura è arrivata dopo numerose violazioni delle prescrizioni già in vigore, tra cui l’obbligo di firma in caserma. Nonostante i provvedimenti precedenti, l’uomo ha continuato imperterrito con furti, minacce, aggressioni e danneggiamenti, spingendo la Procura a richiedere un inasprimento delle misure cautelari.
Il profilo dell’arrestato è ben noto agli inquirenti: già fermato in passato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, era stato denunciato anche per furto e porto abusivo di armi improprie. Nell’ultimo periodo, però, gli episodi si erano intensificati in frequenza e gravità. Tra i più eclatanti, il danneggiamento della sede della Pro Loco, l’aggressione a un agente della polizia locale davanti a un bar, durante la quale l’uomo era stato trovato in possesso di un coltello da cucina, e il furto del cellulare a un’infermiera dell’ospedale di Chivasso.
Non solo. In uno degli atti più assurdi, aveva scaraventato un estintore contro le vetrate della stazione di Porta Susa, a Torino. E non si era fatto mancare nemmeno una visita agitata nella redazione locale di un giornale, per pretendere una copia del numero che parlava proprio delle sue imprese.
Carabinieri
Il tutto accompagnato da minacce continue ad agenti, molestie ai clienti e agli ambulanti del mercato di via Castiglione, e da una denuncia per guida senza patente all’amico che lo accompagnava in auto, nella quale sono stati ritrovati anche arnesi da scasso.
Un quadro preoccupante, aggravato dalla dipendenza dall’alcol, che ha compromesso ogni tentativo di contenimento sociale. Dopo un primo tentativo fallito di riabilitazione, i Servizi Sociali del Comune di Settimo, in accordo con il Ser.D dell’Asl To4, stanno valutando un nuovo percorso di disintossicazione e inserimento in una comunità di recupero.
Per ora, però, il 60enne resta in carcere, in attesa che venga definito un eventuale trasferimento. La priorità, spiegano fonti vicine all’indagine, è garantire sicurezza al territorio e impedire nuove ricadute violente.
La comunità tirerebbe un sospiro di sollievo, se non fosse per il timore che tutto possa ricominciare. La recidiva è concreta, e non è la prima volta che l’uomo – già seguito dai servizi – esce dai binari del trattamento per tornare a una condotta aggressiva e imprevedibile.
Il caso apre anche una riflessione più ampia sulla gestione dei soggetti fragili e violenti in ambito urbano: quanto può reggere un sistema che, tra assistenza e repressione, fatica a impedire il ripetersi di certi comportamenti? Le forze dell’ordine fanno la loro parte, i servizi sociali intervengono, ma spesso tutto si scontra con la mancata adesione dell’interessato ai percorsi proposti.
La storia del 60enne arrestato a Settimo Torinese è la cronaca di un fallimento annunciato, ma potrebbe anche diventare l’occasione per un cambio di passo, se – e solo se – lui sarà disposto ad affrontare un percorso serio, continuo e assistito. Ma il “se” è ancora troppo grande.
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