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Torino, anche la Polizia "boccheggia": la sicurezza è a rischio!

Carenza cronica di personale nella Polizia di Stato a Torino: uffici al collasso e sicurezza a rischio senza un aumento stabile degli organici

Torino, anche la Polizia

Torino, anche la Polizia "boccheggia": la sicurezza è a rischio!

Uffici sotto pressione, pattuglie ridotte all’osso, servizi essenziali sempre più in affanno. È la fotografia allarmante scattata dal Siulp, il principale sindacato della Polizia di Stato, che denuncia un calo reale degli organici in provincia di Torino, con dieci poliziotti in meno rispetto ai trasferimenti annunciati. Un numero apparentemente contenuto, ma che – secondo il segretario provinciale Eugenio Bravo – rappresenta il sintomo di una carenza strutturale cronica, che mette a rischio la sicurezza quotidiana dei cittadini e mina la tenuta dei servizi interni.

«Parliamo di un saldo negativo reale – ha dichiarato Bravo – frutto di un sistema che somiglia più a un gioco delle tre carte che a una pianificazione strategica. I poliziotti in arrivo non compensano minimamente quelli che se ne vanno, tra pensionamenti e trasferimenti. E i pallottolieri sembrano rotti».

A soffrire di più sono gli uffici aperti al pubblico, quelli che si occupano di passaporti, immigrazione, denunce, porto d’armi. Reparti che, in teoria, dovrebbero essere l’interfaccia diretta tra Stato e cittadino, ma che nella pratica rischiano di collassare. «Siamo al limite del delirio», denuncia il Siulp, puntando il dito contro i carichi di lavoro insostenibili, la mancanza di personale di supporto e l’assenza di prospettive per un ricambio generazionale concreto.

Ma il problema non si ferma agli sportelli. Anche il controllo del territorio e le attività info-investigative arrancano. «Le pattuglie sono sempre meno – spiega Bravo – eppure sono proprio queste a garantire sicurezza preventiva e repressione dei reati. Senza uomini in strada, è impossibile dare risposte efficaci, soprattutto nelle zone periferiche o a rischio».

Il sindacato non nega gli sforzi del governo, in particolare con l’ultimo Decreto Sicurezza, ma avverte che senza un aumento stabile e pianificato degli organici, anche le misure più severe rischiano di rimanere lettera morta. «Non basta fare norme – dice ancora Bravo – serve personale per applicarle, altrimenti la macchina della sicurezza resta ferma. E in alcuni casi, a Torino, è come se fossimo già con le ruote sgonfie».

Il Siulp lancia anche un monito su un tema che negli ultimi mesi ha fatto discutere: la digitalizzazione e l’uso dell’intelligenza artificiale per alleggerire il carico della pubblica amministrazione. «Qualcuno pensa che basti un algoritmo a garantire l’ordine pubblico – ironizza il comunicato – ma spoiler: non è ancora successo. I poliziotti restano insostituibili, almeno per ora. E hanno bisogno di rinforzi, non di promesse digitali».

Dietro il sarcasmo, però, si nasconde un dato concreto: Torino è una città complessa, dove la convivenza urbana, le nuove povertà, la microcriminalità, il disagio giovanile e il traffico di droga richiedono una presenza costante delle forze dell’ordine. E invece, ogni estate si registra la stessa dinamica: più ferie, meno personale, più emergenze da fronteggiare.

Il sindacato conclude chiedendo un intervento immediato e strutturale, con piani di assunzione straordinaria, investimenti sui reparti territoriali, formazione continua e tutela reale del personale. Una richiesta che arriva non solo per conto degli agenti, ma anche – indirettamente – per tutti i cittadini che ogni giorno si affidano allo Stato per la loro sicurezza.

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