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Cronaca

Piemonte, spaccio nei boschi: pusher arrestato in tenda con cocaina, revolver e machete

Operazione dei carabinieri di Spigno Monferrato smantella una base operativa tra la vegetazione. Clienti e complici sotto indagine

Piemonte, spaccio nei boschi

Piemonte, spaccio nei boschi: pusher arrestato in tenda con cocaina, revolver e machete (foto archivio)

Una tenda da campeggio nascosta tra gli alberi dell’entroterra acquese, trasformata in quartier generale per lo spaccio di cocaina, attrezzata con armi, telefoni, denaro e persino foto-trappole per controllare l’area circostante. È qui, nel cuore di una zona boscosa di Malvicino, che i carabinieri di Spigno Monferrato hanno fatto irruzione dopo mesi di indagini, arrestando un 35enne irregolare, sorpreso nel sonno, mentre sorvegliava un traffico di stupefacenti radicato e redditizio.

L’intervento è scattato a seguito di una lunga attività investigativa, avviata grazie alle segnalazioni di cittadini insospettiti da movimenti anomali nella zona. Alcuni di loro si erano rivolti direttamente al Comune di Malvicino, che a sua volta ha fatto da ponte con le forze dell’ordine. «La popolazione era preoccupata, non sapeva a chi rivolgersi», ha spiegato la sindaca Cristina Manfrinetti, ringraziando i carabinieri per aver riportato sicurezza sul territorio.

Dentro la tenda, i militari hanno trovato quasi 100 grammi di cocaina purissima, con un principio attivo al 98%, sufficiente per confezionare circa 500 dosi. Valore stimato sul mercato: oltre 30mila euro. Ma non solo. In quello che era diventato un accampamento criminale, sono stati sequestrati un revolver calibro 38, un machete artigianale, 10 cellulari utilizzati per gestire i contatti, un bilancino di precisione, materiale da confezionamento, 3 foto-trappole mimetizzate tra gli alberi e 1.000 euro in contanti.

Il bivacco era perfettamente organizzato per il soggiorno prolungato: scorte alimentari, batterie d’auto per la corrente, generi di prima necessità e tutto l’occorrente per una vita da clandestino. Alcuni degli oggetti trovati sarebbero stati forniti direttamente dai clienti, un dettaglio che potrebbe aprire un nuovo fronte giudiziario: per loro, si valuta l’ipotesi di favoreggiamento.

Secondo i carabinieri, si trattava di un nodo di smistamento strategico, non solo per l’Acquese ma anche per le aree limitrofe del Savonese, facilmente raggiungibili. Il comando dell’Arma di Acqui Terme, attraverso le parole del maggiore Gabriele Fabian, ha sottolineato il significato dell’operazione: «Abbiamo dato una risposta concreta a un fenomeno che generava insicurezza e disagio sociale».

Il 35enne arrestato è stato condotto nella Casa Circondariale di Alessandria, con l’accusa di detenzione di droga a fini di spaccio e possesso illegale di arma da fuoco. Le indagini proseguono ora per identificare i complici e smantellare l’intera rete collegata al bivacco. Le tracce lasciate dai cellulari e dalle trappole fotografiche potrebbero aprire nuove piste investigative.

Intanto, la comunità di Malvicino può tirare un sospiro di sollievo. Dopo mesi di timori e allarmi, è tornato il silenzio tra i boschi. Un silenzio diverso, non più rotto da presenze sospette ma restituito alla quiete naturale.

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