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Cronaca
17 Giugno 2025 - 18:38
Positivo a droga e alcol ma “lucido”: il Giudice di Pace di Asti restituisce la patente (foto archivio)
Una sentenza destinata a far discutere. A Asti, il Giudice di Pace ha deciso di restituire la patente a un motociclista rimasto coinvolto in un incidente, nonostante i test avessero rilevato positività a sostanze stupefacenti e alcol. La motivazione? Al momento del sinistro, l’uomo era lucido e non in stato di alterazione. E questo, secondo il giudice, basta a sospendere gli effetti del ritiro fino a nuova valutazione.
I fatti risalgono a circa un mese e mezzo fa, quando il centauro, un astigiano, è stato trasportato al pronto soccorso dopo una caduta con lo scooter. Gli esami effettuati dopo l’incidente hanno rivelato tracce nel sangue di alcol e droga, facendo scattare in automatico il ritiro della patente. L’uomo ha ammesso di aver consumato entrambe le sostanze, ma non nelle ore immediatamente precedenti, bensì alcuni giorni prima. Un dettaglio non irrilevante.
A favore del motociclista è arrivata la certificazione medica del pronto soccorso, che ha descritto il paziente come lucido e cosciente al momento dell’arrivo, senza segni evidenti di alterazione psicofisica. Ed è su questo punto che si è basato il ricorso: assenza di effetti attivi al momento della guida. Una posizione che ha convinto il Giudice di Pace, il quale ha deciso di restituire la patente in via provvisoria, con un rinvio del ricorso a marzo 2026.
Ma il caso non è isolato. Anzi, si inserisce in un vuoto normativo che rischia di aprire numerosi fronti giudiziari. Il nuovo decreto Salvini, infatti, ha modificato in modo sostanziale l’articolo 187 del Codice della Strada: oggi la sola positività a sostanze stupefacenti o all’alcol, a prescindere dallo stato di alterazione, è sufficiente per il ritiro della patente. Una differenza cruciale rispetto al passato, dove la condizione necessaria era anche l’evidenza dell’alterazione alla guida.
La modifica ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale, tanto che la Procura di Pordenone ha investito la Corte Costituzionale della questione. La Consulta, però, non si è ancora pronunciata. In attesa della decisione definitiva, alcuni tribunali – come in questo caso ad Asti – tornano a valutare caso per caso, basandosi sulle condizioni cliniche del soggetto più che sul dato tossicologico isolato.
Quello che emerge è una zona grigia normativa, dove diritto, medicina legale e principi costituzionali si intrecciano. Da un lato la necessità di tutelare la sicurezza stradale, dall’altro il rischio di sanzioni sproporzionate per chi, pur positivo a un test, non risulta alterato e non costituisce un pericolo immediato alla guida.
In attesa della parola definitiva della Corte, questa sentenza rischia di diventare un precedente importante, soprattutto per i ricorsi in sospeso in tutto il Paese. Un episodio che riapre il dibattito sull’equilibrio tra prevenzione e garantismo, e che dimostra quanto, anche nel campo della sicurezza stradale, la chiarezza normativa sia indispensabile per evitare interpretazioni contrapposte e disomogenee.
Commenti all'articolo
Robby
19 Giugno 2025 - 20:22
Sono il diretto interessato dell'articolo,se dovete scrivere,scrivere per lo meno i fatti reali. "Positivo a droga e alcol" trovate tracce nell'organismo di cannabis. Non di alcol. Poi l'incidente non è stato causato da una mia caduta,ma da un altro veicolo che nel non darmi la precedenza mi è venuto addosso.
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