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Cronaca
09 Giugno 2025 - 10:23
Tragedia sulla provinciale: il vicesindaco muore travolto da un'auto pirata
Una tranquilla mattina di giugno si trasforma in tragedia sulla provinciale 10, nei pressi di San Vero Milis, in provincia di Oristano. Oggi, 9 giugno 2025, muore Antonio Pietro Ghiaccino, vicesindaco di Scano Montiferro, travolto da un’auto pirata mentre spinge la sua moto rimasta senza benzina. La notizia si diffonde in poche ore e lascia sotto shock l’intera comunità locale, che lo conosceva e lo stimava da anni.
Secondo una prima ricostruzione, Ghiaccino si trova fermo sul ciglio della strada dopo che il suo mezzo lo ha lasciato a piedi. In attesa dell’amico che lo sta raggiungendo con una tanica di carburante, decide di spostare la moto a mano. Un gesto comune, quasi banale. Ma qualcosa va storto. Una prima auto lo sfiora, senza conseguenze. Pochi istanti dopo arriva una seconda vettura, che lo colpisce in pieno e si dà alla fuga, senza prestare soccorso. Una terza macchina urta la moto, ma in questo caso i conducenti si fermano, chiamano subito i soccorsi e cercano di capire cosa sia successo.
Sul posto arrivano i vigili del fuoco e i sanitari del 118, ma non possono fare altro che constatare il decesso del 29enne. Il suo corpo resta sull’asfalto, immobile, sotto gli occhi attoniti di chi, pochi minuti prima, lo ha visto vivo. Le forze dell’ordine, coordinate dai carabinieri della stazione di Trecate, avviano immediatamente le indagini per rintracciare l’auto pirata. I militari raccolgono testimonianze, analizzano eventuali telecamere lungo il tratto stradale e cercano riscontri per dare un nome al conducente in fuga.
Tragedia sulla provinciale
Nel frattempo, la comunità di Scano Montiferro si raccoglie nel dolore. Ghiaccino non è solo un amministratore pubblico, è una persona profondamente radicata nel territorio, volto familiare, sempre presente, amico di tutti. Il suo impegno per il paese è costante, discreto ma incisivo. Partecipativo, disponibile, civico nel senso più puro del termine. La sua morte getta nello sconforto amici, colleghi, cittadini: una perdita che brucia, che lascia un vuoto profondo.
La dinamica dell’incidente riaccende anche la discussione sulla sicurezza stradale. L’asfalto italiano continua a essere teatro di tragedie che non possono più essere considerate solo fatalità. Quando chi guida non si ferma dopo un impatto, quando decide deliberatamente di fuggire, non è un semplice errore: è una colpa gravissima, un tradimento del vivere civile. Oggi, più che mai, servono controlli, prevenzione, ma anche un richiamo alla responsabilità individuale. Ogni volante tra le mani è una scelta di attenzione o disattenzione. Di vita o di morte.
Nel paese natale di Ghiaccino, le bandiere sventolano a mezz’asta. Il Comune, attraverso una nota, esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia. I cittadini lasciano messaggi, si stringono attorno ai parenti, ricordano con affetto l’uomo prima ancora del politico. La sua figura, lontana dai riflettori, è simbolo di quella politica di prossimità che ascolta e agisce, senza clamore.
Ora resta un solo imperativo: fare giustizia. Trovare chi ha premuto sull’acceleratore e non sul freno. Chiedergli conto di una vita spezzata e del dolore lasciato. E nel frattempo tenere viva la memoria di un uomo che ha dato tanto al suo territorio, senza mai chiedere nulla in cambio.
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