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Cronaca
03 Giugno 2025 - 09:32
Pestaggio sul treno Torino-Bardonecchia, identificata la baby-gang: quattro sedicenni nei guai (VIDEO)
Quattro adolescenti, tutti italiani, tutti sedicenni, sono finiti sotto misura cautelare per una brutale aggressione avvenuta su un treno regionale Torino-Bardonecchia nel mese di marzo. Il provvedimento è scattato il 30 maggio scorso, quando i Carabinieri della Compagnia di Susa, sotto il coordinamento della Procura dei Minorenni di Torino, hanno eseguito l’ordinanza firmata dal giudice: per tutti obbligo di permanenza in casa. Una misura rigida, ma non troppo, se si considera il contesto e la violenza gratuita esercitata sulla vittima, un ragazzo di 17 anni, colpevole solo di viaggiare da solo e di non volersi far portare via le scarpe.
Il raid parte da lontano. I quattro minorenni, saliti sul convoglio, scorrazzano da un vagone all’altro come padroni del treno, cercando una preda. La trovano poco dopo: è un coetaneo seduto in disparte. L’approccio iniziale è blando, quasi amichevole, ma è solo una maschera. In pochi istanti, la situazione precipita. Minacce, pressioni e insulti, poi la richiesta assurda: "Dacci le scarpe". Il ragazzo rifiuta, prova a divincolarsi. Ma la violenza esplode: un calcio alla mano sinistra, che poi risulterà fratturata, e altri colpi sferrati sul marciapiede della stazione di Meana di Susa, dove la vittima tenta la fuga: un calcio alla schiena, schiaffi in pieno volto.
Sotto shock e dolorante, il ragazzo riesce a mettersi in salvo. Solo più tardi, in ospedale, la diagnosi: frattura alla mano, 30 giorni di prognosi. Nel frattempo la baby-gang, come se nulla fosse, torna a bordo e conclude il viaggio fino a Bardonecchia. Una volta a destinazione, tenta anche il furto di un ciclomotore in Piazza Europa, senza riuscirci ma riuscendo comunque a renderlo inutilizzabile.
Le indagini si sono concentrate da subito sui filmati di videosorveglianza, sia a bordo del treno che nella stazione ferroviaria. Le telecamere hanno parlato chiaro. Immagini nitide, facce riconoscibili, movimenti inequivocabili. Il lavoro investigativo dei Carabinieri ha ricostruito l’intero raid e permesso di risalire ai presunti autori, per i quali – è bene ricordarlo – vige ancora la presunzione di innocenza. Ma la documentazione raccolta è considerata solida: il fascicolo è ora al vaglio della Procura dei Minorenni, che dovrà decidere i prossimi passi.
L’episodio solleva un nuovo, inquietante allarme sul crescendo di violenza giovanile in luoghi pubblici e mezzi di trasporto, con bande di adolescenti che imitano comportamenti criminali in assenza di qualsiasi freno. In questo caso, i quattro sono stati fermati in tempo, ma resta il trauma della vittima, la scia di paura tra i passeggeri e il bisogno urgente di prevenzione vera, non solo repressione postuma.
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