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Cronaca

Chiuso un autolavaggio: otto lavoratori su dieci erano in nero, multe per oltre 120mila euro

Operazione dei carabinieri ad Asti: otto lavoratori in nero su dieci, sanzioni per oltre 121 mila euro

Chiuso un autolavaggio

Chiuso un autolavaggio: otto lavoratori su dieci erano in nero, multe per oltre 120mila euro

Era un autolavaggio come tanti, incastrato tra una rotatoria e un distributore, apparentemente operativo, visibile e senza troppe pretese. E invece, dietro la facciata insaponata, si nascondeva una gestione opaca, abusiva, pericolosa. Otto lavoratori su dieci erano assunti in nero, nessun contratto, nessuna tutela, nessuna sicurezza. Lo hanno scoperto i carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, che nei giorni scorsi hanno effettuato un controllo mirato in un esercizio commerciale della città di Asti, portando alla chiusura immediata dell’attività e a sanzioni per oltre 120.000 euro.

Il titolare, un cittadino egiziano, dovrà ora rispondere di sfruttamento lavorativo, violazioni gravissime in materia di sicurezza e mancanza totale di tracciabilità amministrativa. Nessuno dei lavoratori risultava registrato regolarmente, non erano previsti né orari, né turnazioni, né dispositivi di protezione. Gli ispettori hanno trovato un ambiente senza estintori, senza cassette di primo soccorso, con impianti elettrici non certificati e mai sottoposti a manutenzione. Assente perfino il documento di valutazione dei rischi, che ogni attività produttiva è obbligata per legge a redigere.

Autolavaggio irregolare

Non è stato solo un controllo, ma un intervento decisivo per interrompere un sistema radicato e pericoloso. Un esempio, secondo gli inquirenti, di quella zona grigia del lavoro sommerso che prolifera in tanti settori deboli del terziario urbano, soprattutto tra le attività a bassa soglia di investimento e alta domanda di manodopera non qualificata. Autolavaggi, logistica, ristorazione, cantieri improvvisati: sono i nodi ricorrenti di un mercato del lavoro parallelo, dove i diritti sono carta straccia e la sicurezza è un lusso che non si contempla.

Il provvedimento di sospensione è immediato e senza possibilità di appello, almeno fino alla regolarizzazione dell’intera forza lavoro e alla messa in sicurezza degli ambienti. Ma non basta. Le autorità hanno trasmesso gli atti alla Procura, che valuterà l’eventuale sussistenza di reati penali, tra cui intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, previsti dal Codice penale per chi approfitta della condizione di bisogno dei lavoratori e li impiega in condizioni degradanti.

Le indagini proseguono: sotto la lente ci sarebbero altri autolavaggi attivi nella provincia, dove il fenomeno del lavoro nero e delle violazioni in materia di sicurezza non è affatto isolato. I carabinieri del NIL continueranno i controlli nei prossimi giorni, con l’obiettivo di restituire legalità a un settore che da anni sfugge alle regole.

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