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Autovelox fantasma, vergogna vera: il Comune disobbedisce ai suoi stessi atti

Delibere approvate, determina esecutiva, parere favorevole della Prefettura. Ma a Rivoli nessuno rimuove gli autovelox di Corso Francia. E i cittadini continuano a pagare

Autovelox fantasma, vergogna vera: il Comune disobbedisce ai suoi stessi atti

Laura Adduce

Ci sono verità così evidenti da diventare imbarazzanti. Una di queste è stampata nero su bianco nei documenti del Comune di Rivoli: gli autovelox di Corso Francia dovevano essere rimossi. Non “potrebbero”, non “forse”, non “se”, ma dovevano. Lo ha deciso la Giunta, lo ha ordinato un dirigente, lo ha confermato la Prefettura. Ma a oggi, maggio 2025, quegli occhi elettronici sono ancora lì. A testimoniare che la politica, a Rivoli, è molto brava a promettere, un po’ meno a fare.

A denunciare l’assurdo è la consigliera Laura Adduce della Lega, che nel 2021 – da assessora alla Sicurezza – aveva avviato una svolta netta: via le multe facili, dentro una visione di sicurezza basata sulla prevenzione. Nasce così la delibera n. 331 del dicembre 2021. Segue, nel novembre 2023, la delibera n. 295 che collega la rimozione degli autovelox all'ammodernamento dell’incrocio di Corso Francia, con semafori nuovi e un accesso più sicuro al parcheggio del Municipio.

autovelox

foto archivio

Lavori completati, semafori accesi da giugno 2024. E con loro anche una determina dirigenziale, la n. 683 del 18 giugno 2024, che ordina chiaramente: rimuovere i dispositivi di rilevamento velocità e mantenere solo quelli per lettura targhe, a uso investigativo. Costo? Modesto: 3.500 euro. Ma a quasi un anno di distanza, l’unica cosa rimossa è il senso della responsabilità.

«Atti ufficiali mai revocati, ma completamente ignorati» — attacca Adduce«Quei dispositivi sono ancora lì, fermi come l’amministrazione comunale». È una fotografia perfetta. Gli autovelox non fotografano più solo targhe: oggi immortalano anche l'immobilismo.

Ciliegina sulla torta? La Prefettura di Torino ha dato l’ok, chiarendo che “non sussistono elementi ostativi alla rimozione”. 

E allora cosa aspetta il Comune? Forse che i cittadini si abituino all’idea che la sicurezza serva solo a fare cassa? O, peggio, che si dimentichino delle promesse?

Perché di questo si tratta: fare cassa. «Se la parola ‘sicurezza’ è usata solo per sostenere il bilancio, lo si dica chiaramente», incalza Adduce. Ma il Comune preferisce balbettare vaghi “valuteremo dopo l’inizio dell’anno scolastico”. Era luglio 2024. Oggi siamo a fine anno scolastico. Gli autovelox sono sempre lì, e la risposta dell’amministrazione è rimasta: “vedremo”.

Non è più rinvio, è ostruzionismo istituzionale.

E allora viene da chiedersi: è ancora vigente quella determina? La Lega lo ha chiesto ufficialmente in Consiglio comunale il 14 maggio. Perché se non è stata revocata, il Comune sta ignorando un atto valido. E se lo è stata, chi ha deciso di annullarla? Quando? Perché? In quale seduta? O c’è forse qualcosa da nascondere?

Intanto, ogni giorno, centinaia di automobilisti passano sotto quei totem metallici. Magari senza superare i limiti, ma con il sospetto di essere comunque parte di una commedia all’italiana, dove i protagonisti sono la burocrazia e l’inconcludenza.

«Pretendo responsabilità», dichiarato Adduce. E fa bene. Perché a Rivoli, oggi, la politica si è ridotta a questo: un dispositivo lampeggiante che promette sanzioni ma non garantisce verità. E se non si agisce, il rischio non è solo quello di alimentare la sfiducia, ma di trasformare ogni semaforo in un simbolo di impunità amministrativa.

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