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Cronaca
20 Maggio 2025 - 11:30
Giallo a Giaveno, ex assicuratore trovato agonizzante in casa: il figlio è indagato per omicidio. “Non l’ho toccato, era caduto”
Davide Giaj Levra continua a negare ogni responsabilità nella morte del padre Germano, 91 anni, ex assicuratore molto conosciuto a Giaveno, dove era stato anche membro dei Lions e del coro Valsangone. Secondo la sua versione, già fornita ai carabinieri durante il lungo interrogatorio della notte tra il 14 e il 15 maggio, e poi ribadita alla sua avvocata Flavia Pivano, il genitore sarebbe caduto da solo, come gli capitava spesso in casa. L’uomo avrebbe spiegato che non era la prima volta che suo padre inciampava, si feriva e rifiutava qualunque tipo di assistenza esterna. Per questo, dopo l’ennesima caduta, lo avrebbe adagiato sul letto, come aveva fatto altre volte, e solo più tardi – vedendolo peggiorare – avrebbe deciso di chiamare il 112.
Ma secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Davide Pretti, tra il momento della caduta (o del presunto atto violento) e la richiesta di soccorso sarebbero passate almeno 17 ore. Un ritardo che apre interrogativi cruciali sul comportamento del figlio e che potrebbe rivelarsi decisivo per l’esito dell’inchiesta. Il nodo, infatti, è proprio questo: perché, se davvero si trattava di un incidente domestico, Davide non ha chiesto subito aiuto?
Davide Giaj Levra continua a negare ogni responsabilità
La risposta, per ora, non c’è. Ma l’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi racconta un’altra verità, fatta di traumi multipli, una ferita lacero-contusa alla testa, dodici costole rotte e lividi diffusi su tutto il corpo. Alcune lesioni appaiono datate, altre recenti. Un quadro clinico che non convince gli investigatori.
Sempre secondo quanto riferito dall’avvocata difensiva, Davide avrebbe descritto un padre fragile, soggetto a frequenti cadute, che passava la notte a urlare e agitarsi. Avrebbe inoltre precisato che Germano non voleva nessun tipo di assistenza, né badanti né medici, e che lui non aveva bisogno del denaro del padre, negando in modo netto che tra i due ci fossero pressioni economiche. Avrebbe sottolineato che la casa in cui vivevano era già sua e che per le spese provvedeva il padre, ma senza obblighi o richieste da parte sua.
Intanto anche il fratello maggiore, Mauro Giaj Levra, 61 anni, è finito sotto indagine per omissione di soccorso. L’uomo ha dichiarato di non essere presente al momento dell’incidente, e ha spiegato che, a suo giudizio, si trattava semplicemente di una caduta accidentale. Si sarebbe detto fiducioso che la verità emergerà, spiegando di essere stato coinvolto nell’indagine per non aver compreso in tempo la gravità della situazione.
L’inchiesta, ancora in corso, si muove su un terreno scivoloso tra il confine della trascuratezza, dell’omissione e dell’ipotesi di violenza. Saranno le analisi forensi e i riscontri investigativi a stabilire se si sia trattato davvero di un tragico incidente domestico o di un gesto intenzionale, consumato all’interno di una casa dove, per ora, l’unica certezza è il silenzio di un uomo anziano morto troppo tardi.
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