Cerca

Cronaca

Tragedia sul Monte Bianco, scivola durante una discesa estrema: muore scialpinista 31enne del Torinese

La vittima, partita all’alba con due amici per praticare sci ripido sull’Aiguille du Midi, è scivolata lungo un canalone ghiacciato e ha perso la vita dopo una caduta di oltre mezzo chilometro. Le autorità francesi parlano di un “errore tecnico”

Tragedia sul Monte Bianco

Tragedia sul Monte Bianco, scivola durante una discesa estrema: muore scialpinista trentunenne del Torinese

Una giornata di sci estremo si è trasformata in una tragedia verticale tra le creste ghiacciate del Monte Bianco. Davide Mazzina, 31 anni,  residente a Claviere, è precipitato per oltre 700 metri sul versante nord dell’Aiguille du Midi, in territorio francese, perdendo la vita all’istante. Erano le 8.30 del mattino di giovedì 15 maggio, e Davide si trovava in compagnia di due amici, anche loro esperti di sci ripido. Ma sulla montagna, basta un solo errore perché la passione si trasformi in tragedia.

Il gruppo era partito all’alba con gli sci ai piedi, direzione canaloni vertiginosi della Vallée Blanche, con l’intenzione di affrontare una delle classiche discese di sci ripido che solo l’Aiguille du Midi può offrire in primavera. Secondo quanto ricostruito dai gendarmi del PGHM di Chamonix, Mazzina aveva da poco iniziato la discesa lungo uno dei pendii più tecnici e suggestivi dell’arco alpino, quando ha perso aderenza, probabilmente a causa di una manovra sbagliata su neve dura o ghiacciata. La scivolata, iniziata su un tratto già molto esposto, si è trasformata in una caduta fatale che lo ha trascinato oltre un seracco, fino a schiantarsi su una morena a circa 3.000 metri di quota. I soccorritori, giunti sul posto in elicottero, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. I due compagni, illesi ma sotto shock, hanno lanciato immediatamente l’allarme.

Le autorità francesi hanno parlato di "errore tecnico". Una definizione fredda, che però non rende giustizia alla complessità e all’imprevedibilità della montagna, dove il confine tra controllo e catastrofe è spesso invisibile. E proprio Davide, che tutti conoscevano come un professionista meticoloso e prudente, era il meno probabile protagonista di una simile fatalità. Lo chiamavano affettuosamente “Diuz”, e chi lo conosceva lo descrive come uno che non lasciava mai nulla al caso: pianificava ogni uscita con attenzione e sapeva valutare i rischi con lucidità.

Soccorso alpino

Davide Mazzina aveva iniziato a sciare a soli tre anni, durante le vacanze invernali con la madre. A 13 anni aveva lasciato Ivrea per trasferirsi con la famiglia a Claviere, dove la montagna sarebbe diventata non solo casa, ma destino. Dopo un passato da agonista nelle discipline alpine, specialmente nello slalom, aveva gareggiato nelle competizioni regionali e si era poi dedicato con passione all’insegnamento, conseguendo il titolo di Maestro di Sci riconosciuto a livello nazionale, oltre alle certificazioni BASI Level 4 e BASI Trainer, ruolo che lo vedeva anche come formatore di nuovi maestri.

Da oltre un decennio lavorava tra Tignes e Val d’Isère, prestigiose località francesi dove insegnava sci alpino, fuoripista, sci alpinismo e preparazione agonistica. Un profilo internazionale, costruito con fatica, umiltà e un sorriso sempre pronto, che lo aveva reso amatissimo tra colleghi e allievi. La sua carriera era ormai lanciata e il suo nome una garanzia di qualità, passione e professionalità.

Ma Davide non era solo neve. Durante l’estate tornava in Val Susa per gestire il Rifugio Raggio di Sole a Sestriere, insieme alla sua amata compagna Marta Lotti. Lì trovava spazio un’altra sua grande passione: la mountain bike, che praticava con lo stesso entusiasmo con cui affrontava la neve. Sempre lì, in quell’atmosfera di legno e silenzio alpino, aveva dato vita con Marta anche a un progetto artigianale, SkinsBelts, per produrre cinture e collari per cani ricavati da pelli di foca usate. Un’idea nata dalla montagna, al servizio della montagna.

A piangerlo oggi c’è una comunità intera, da Ivrea alla Val Susa, passando per le Alpi francesi. Il padre, Franco Mazzina, è capogruppo di minoranza nel piccolo comune di Bard, dove gestisce un negozio di souvenir e prodotti tipici nel borgo medievale. La famiglia, gli amici, i colleghi e centinaia di persone che negli anni hanno incrociato la sua strada, ricordano Diuz per il cuore grande, la competenza assoluta e la gentilezza discreta.

Una vita giovane spezzata sul filo del crinale. Una di quelle nate per stare tra le cime, per insegnare a danzare sulla neve. Ma la montagna, lo sanno bene quelli come Davide, può essere tanto madre quanto giudice spietata. E questa volta, non ha lasciato scampo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori