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Cronaca

Ivrea, incendio doloso in via Arduino: bruciati i contenitori della carta e danneggiata la bacheca Auser

Gesto incivile la domenica sera davanti al civico 109: i volontari avevano appena sistemato i contenitori per la raccolta, ma qualcuno li ha incendiati. Il fuoco ha colpito anche la bacheca informativa dell’associazione. Sconcerto e rabbia tra i cittadini

Ivrea, incendio doloso

Ivrea, incendio doloso in via Arduino: bruciati i contenitori della carta e danneggiata la bacheca Auser

Un rogo che sa di vandalismo, inciviltà e disprezzo per il bene comune. È quello che è accaduto a Ivrea, domenica sera, davanti al civico 109 di via Arduino, dove i volontari dell’associazione Auser, come ogni settimana, avevano posizionato i contenitori della carta per la raccolta differenziata. Ma poche ore dopo, qualcuno ha pensato bene di dar loro fuoco, con un gesto tanto gratuito quanto dannoso.

Le fiamme hanno distrutto i contenitori e, soprattutto, si sono propagate fino a colpire la bacheca dell’Auser, installata poco distante dal punto di raccolta. Un danno materiale non enorme, forse, ma dal forte impatto simbolico. Perché quella bacheca, come sottolineano i volontari, era un punto di riferimento per chi cerca informazioni su iniziative, attività sociali, aiuto alla persona. Era un piccolo spazio di comunità, ora ridotto a legno carbonizzato e vetro infranto.

L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine e ha subito fatto il giro del quartiere, suscitando sconcerto e indignazione tra i residenti. Nessun testimone ha visto il responsabile, ma non si esclude che possa trattarsi di un atto deliberato, forse compiuto da chi considera la cura degli altri – e del territorio – una debolezza da punire. Un incendio doloso, insomma, che brucia molto più della sola carta.

I volontari Auser confessano di essere amareggiati. L’associazione, attiva da anni a Ivrea, si occupa di sostegno agli anziani, trasporti sociali, iniziative culturali e piccoli gesti quotidiani che fanno grande la qualità della vita in un quartiere.

L’accaduto riapre però anche il tema della sicurezza e del rispetto degli spazi pubblici, in una città dove troppo spesso episodi del genere vengono archiviati come “bravate”. Ma qui non c’è niente da ridere. Qui c’è un volontariato ferito, una comunità che si sente colpita nella sua parte migliore, quella che invece di lamentarsi agisce, invece di voltarsi aiuta.

Nel frattempo, si cerca di risalire ai responsabili. Ma il messaggio dei cittadini di via Arduino è chiaro: «Chi brucia i cassonetti brucia il senso civico. Ma noi, dalla cenere, ripartiamo».

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    13 Maggio 2025 - 06:31

    Quando si abbandonano le zone e non c'è nessuno in giro per il centro urbano che può fare da presidio sociale e di "vigilanza" (non certo la buffonata delle Ronde) questi sono i risultati. Bisognerebbe avere i locali più aperti possibile durante l'orario giornaliero e avere più attività sociali e culturali che garantiscano un flusso di persone.

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