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Cronaca
23 Aprile 2025 - 09:39
Attacco terroristico contro turisti nella valle di Baisaran: almeno 28 morti e oltre 20 feriti
Una giornata di vacanza si è trasformata in una carneficina, martedì pomeriggio, nella località turistica di Pahalgam, cuore verde del Kashmir indiano. Erano le 14:50 circa quando un gruppo armato, composto secondo le prime ricostruzioni da quattro a sei militanti, ha aperto il fuoco all’improvviso contro un gruppo di turisti che si trovava nella valle di Baisaran, una delle mete naturalistiche più amate della regione. Il bilancio è drammatico: 28 persone uccise, oltre 20 feriti, alcuni dei quali in condizioni gravissime.
A rivendicare l’attacco è stato il gruppo estremista The Resistance Front, affiliato a Lashkar-e-Taiba, formazione già nota per le sue azioni violente nell’area. Il messaggio diffuso dopo la strage parla esplicitamente di una rappresaglia contro “coloro che stanno alterando la demografia del Kashmir”, un riferimento diretto alla politica del governo centrale indiano in materia di insediamenti e redistribuzione della popolazione nella regione a maggioranza musulmana.
Tra le vittime, secondo quanto confermato da fonti ufficiali, ci sono 24 cittadini indiani, due residenti locali e due turisti stranieri, provenienti da Nepal e Emirati Arabi Uniti. Le autorità indiane si sono mosse con urgenza: il Primo Ministro Narendra Modi ha interrotto la visita diplomatica in Arabia Saudita ed è rientrato precipitosamente in patria, mentre il Ministro dell’Interno Amit Shah ha raggiunto Srinagar, epicentro della gestione delle operazioni militari e delle indagini.
Località turistica di Pahalgam
Le forze di sicurezza hanno immediatamente isolato l’area e lanciato un’operazione di ricerca ad ampio raggio per individuare i responsabili, che secondo fonti locali potrebbero essersi dileguati tra le fitte foreste circostanti, sfruttando la conformazione impervia del territorio. Pahalgam, storica meta per escursionisti e pellegrini diretti alla grotta sacra di Amarnath, era già stata segnalata come potenziale obiettivo sensibile dalle intelligence.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Condanne sono arrivate da tutto il mondo: l’ONU, l’Unione Europea, gli Stati Uniti, e numerosi leader asiatici hanno espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e al popolo indiano. Ma il gesto terroristico, oltre a infliggere un colpo alla già fragile sicurezza della regione, riapre con forza la questione kashmira sul piano internazionale, in un contesto dove il turismo era stato rilanciato a fatica dopo anni di instabilità.
Quella che doveva essere una passeggiata tra i pini e le praterie alpine di Baisaran si è trasformata in una trappola mortale. E mentre l’India piange i suoi morti, l’eco degli spari riecheggia in una regione che continua, drammaticamente, a vivere sospesa tra la bellezza del paesaggio e l’orrore del conflitto.
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